“La situazione è migliore di un anno fa, ma la domanda interna non decolla”. La Bce lascia invariati i tassi di interesse e garantisce liquidità
La crisi potrebbe durare più del possibile: segnali dovrebbero esserci in questa seconda parte del 2013, ma la situazione potrebbe rimanere fragile, specie sul fronte dei consumi interni. Per questo la Banca centrale europea continuerà a fare tutto ciò che può per sostenere la ripresa e limitare l’impatto della crisi. Questa l’analisi del presidente della Bce, Mario Draghi, al termine della riunione del consiglio dei governatori della Banca centrale europea. Il board dell’Eurotower ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0,50%, e di garantire tutta la liquidità necessaria al sistema bancario “per il tempo necessario”. La situazione “è migliorata rispetto a un anno fa, sotto ogni punto di vista”, e si iniziano a vedere “i primi segnali” di ripresa. Tuttavia, mette in guardia Draghi, restano “rischi di crescita al ribasso” per l’area con la moneta unica. “Gli sviluppi recenti per l’Eurozona, le condizioni sui mercati finanziati e le incertezze collegate possono avere il potenziale di incidere negativamente sulle condizioni economiche”. Inoltre, avverte ancora Draghi, “altri rischi al ribasso includono la possibilità di una domanda interna e globale più debole del previsto e un’attuazione lenta o insufficiente della riforme strutturali nei Paesi dell’area euro”. A Francoforte comunque “non vediamo deflazione in alcun paese”, semmai “un calo dei prezzi con diversi effetti locali”.
Di fronte a questo scenario e a una situazione comunque incerta, “la nostra politica monetaria – assicura Draghi – continuerà a essere orientata verso il mantenimento di un livello di accomodamento monetario garantito dalla previsione sulla stabilità dei prezzi e promuovendo condizioni di mercato stabili”. In questo modo per la Bce sarà possibile “sostenere una ripresa graduale dell’attività economica nella parte restante dell’anno e nel 2014”. In sintesi, “la nostra politica monetaria resterà accomodante fintanto che sarà necessario”. Per cui, data l’attuale congiuntura, i tassi di interesse di interesse di riferimento dell’Eurozona “resteranno al livello attuale o più bassi per un prolungato periodo di tempo”. Una decisione “presa all’unanimità” e basata su “una previsione complessivamente invariata per quanto riguarda l’inflazione nel medio periodo, data l’ampia debolezza dell’economia e le dinamiche monetarie deboli”. Allo stesso tempo la liquidità rimarrà “abbondante per tutto il tempo necessario”. Anche perchè, a sentire Draghi, diminuisce ancora la concessione di credito alle imprese, e va sostenuta l’economia reale. Una cosa, quest’ultima, su cui devono lavorare i governi. Ai paesi della zona Euro Draghi ricorda che le condizioni del mercato del lavoro “restano deboli”, e chiede interventi per “rimuovere le rigidità, aumentare la competitività, sostenendo in particolar modo le piccole e medie imprese”.
Nel frattempo la Bce lavora anche alla riforma interna. Il dibattito su come rendere più trasparente il processo decisionale del consiglio della Bce è ancora “in una fase iniziale”, precisa Draghi, ma ci si sta ragionando. A ottobre comunque “sarà fatto un annuncio” sul sistema di comunicazione delle sedute del board da parte del comitato esecutivo. Qualunque sarà il nuovo assetto, deve però rimanere fermo il principio per cui “qualsiasi modifica non deve mettere a rischio l’indipendenza dei membri del consiglio direttivo”.
Renato Giannetti