Il Fiscal Compact ci obbliga a portarlo al 60% in 20 anni, lo Stato deve restituire crediti per oltre 2mila miliardi di euro. Peggio di noi solo la Grecia (160,5%), la media Ue è dell’85,9%
Il debito pubblico dell’Italia sfonda il tetto del 130% del Pil: il nostro Paese deve ai suoi creditori 2mila miliardi e 34.763 milioni di euro, ben il 6,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sono i dati pubblicato dall’Eurostat riferiti al primo trimestre dell’anno, secondo l’agenzia di statistiche dell’Unione europea la media Ue è dell’85,9% mentre quella della zona euro del 92,2%. Noi siamo quindi abbondantemente sopra queste quote e il nostro è il secondo debito pubblico sia in termini assoluti che in termini relativi. In termini assoluti soltanto la Germania ha un debito superiore al nostro (2mila miliardi e 150 milioni), ma considerando lo sviluppo economico del Paese molto superiore al nostro, esso rappresenta solamente l’81,2% del Prodotto interno lordo. In termini relativi peggio di noi fa soltanto la disastrata Grecia, con 305,291 milioni di euro che rappresentano però ben il 160,5% del Pil interno.
A rendere per il momento tutto sommato ‘sicuro’ il nostro debito pubblico è il fatto che è soprattutto un debito interno: per il 109% del Pil esso riguarda Titoli di Stato, per il 10,3% valuta e depositi e per l’11,1% prestiti esteri. Il rapporto del deficit (la differenza tra le uscite e le entrate dello Stato) e il Pil è inferiore al 3%, e questo ci ha permesso di uscire a maggio dalla procedura di infrazione. Ma i riflettori di Bruxelles sono sempre puntati sul nostro Paese a causa dell’altissimo debito, un debito che con l’entrata in vigore del Fiscal Compact il nostro Paese è obbligato a portarlo al 60% sul Pil nell’arco di un ventennio. Un compito assolutamente non agevole.
A. B.
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