La misura non intaccherebbe i rapporti col partito libanese, né finanziamenti a progetti nel Paese
È il compromesso trovato tra chi vuole la linea dura e quella morbida verso l’organizzazione sciita
Il governo di Beirut a Bruxelles: “Rappresenta una componente essenziale della nostra società”
L’Ue va verso l’inserimento dell’ala militare di Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, la decisione dovrebbe essere presa lunedì nel prossimo Consiglio Affari esteri a Bruxelles. È il compromesso che è stato trovato dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Catherine Ashton, per mettere d’accordo chi vorrebbe la linea dura contro il “Partito di Dio” libanese, e chi teme che un atto formale troppo forte potrebbe soltanto creare problemi visto che l’organizzazione sciita gode di un grande consenso nel Paese mediorientale e non solo, avendo stretti rapporti con l’Iran, i palestinesi di Hamas e la parte della Siria fedele a Bashar al-Assad. Lo stesso governo libanese ha chiesto ufficialmente all’Unione Europea di non inserire il movimento sciita nella lista delle organizzazioni terroristiche, sottolineando come il gruppo rappresenti “una componente essenziale della società libanese”.
Quello di inserire nella black list solo “l’ala militare”, conosciuta come al-Muqāwama al-Islāmiyya (Resistenza Islamica), è più che altro un sotterfugio. L’ala militare infatti esiste ed è attiva e forte, ma non ha certo uno statuto o una organizzazione formale. Questo significa che il provvedimento dell’Ue, secondo quanto spiegato da fonti italiane, se approvato andrebbe a colpire soltanto quegli individui che, in seguito a un regolare processo, dovessero essere condannati per atti di terrorismo compiuti per conto di Hezbollah (a queste persone verrebbero negati i Visti di ingresso e congelati i beni posseduti sul territorio europeo). Ma i rapporti con il partito in sé non ne risentirebbero assolutamente, e neanche eventuali finanziamenti di progetti nella regione. E nemmeno riguarderebbe i militanti della “resistenza islamica” impegnati nei combattimenti in Siria. Insomma un segnale politico e niente più.
Ma comunque un segnale forte, per quanto nella pratica inefficace. Bruxelles lo considera una risposta all’attentato all’aeroporto di Burgas, in Bulgaria, dove il 18 luglio del 2012 morirono 5 cittadini israeliani e altri 30 rimasero feriti. Dietro l’atto terroristico il governo di Sofia sospetta ci fosse proprio Hezbollah, anche se il processo in corso non è riuscito a dimostrarlo. Con questo inserimento nella black list l’Ue intende far capire che ulteriori ed eventuali attacchi su territorio europeo non verranno assolutamente tollerati, e potrebbero portare a conseguenze anche peggiori, come la totale rottura dei rapporti col partito Una rottura che Paesi come Gran Bretagna vorrebbero accelerare, ma che per ora non è in programma, visto che la linea dura non trova il consenso di molte nazioni Ue, tra cui la stessa Italia.
Alfonso Bianchi
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