Primo laureato della famiglia reale, due brevetti da pilota e una brillante carriera militare alle spalle. Filippo, che diventerà il settimo re dei belgi, grande umanista appassionato di aerospazio ha un curriculum importante e si sente “pronto” per il grande incarico. Ma il “Principe timido” non convince i suoi concittadini: “Troppo riservato, maldestro e a disagio in pubblico”
A Bruxelles tutto è pronto per il ventuno luglio, data dell’incoronazione del nuovo sovrano: il cinquantatreenne Filippo succederà al padre Alberto II che lascia il trono dopo vent’anni di regno. La cerimonia di abdicazione di Alberto è prevista per la tarda mattinata di domenica a Palazzo Reale. A seguire vi sarà il giuramento di Filippo davanti alle Camere riunite a Palazzo della Nazione e due colpi di cannone annunceranno al popolo l’avvento sul trono del nuovo re.
Da quel momento Filippo avrà giusto qualche mese per farsi conoscere e apprezzare dai suoi concittadini prima dell’appuntamento alle urne previsto per la primavera 2014. Secondo alcuni quello scelto per il passaggio di corone è un “momento delicato” perché troppo vicino alla data delle “rischiosissime” elezioni legislative. Scottati dall’esperienza precedente i più pessimisti temono per una nuova crisi politica che, come la precedente – durata 541 giorni prima dell’elezione, nel 2011, del Premier Elio Di Rupo – possa di nuovo gettare il Paese in una paralisi senza via d’uscita.
E nonostante le garanzie di Alberto e dello stesso Di Rupo sulla preparazione del nuovo sovrano, considerato pienamente “pronto a governare”, non tutti credono che Filippo sarebbe in grado di fronteggiare una simile situazione qualora ricapitasse. È opinione diffusa – e mal celata – tra i politici belgi quella che se Alberto II avesse governato ancora qualche annetto sarebbe stato meglio. “Avrei preferito che lui restasse almeno fin dopo le elezioni per condurre le trattative in vista della formazione del prossimo governo … nello sbrogliare le crisi politiche è un vero talento!” ha commentato il senatore liberal francofono Armand de Decker implicando che non tutti possano vantare le stesse capacità.
Diversamente da quel che avviene in altre parti d’Europa il Royame belga non si distingue per il calore dei suoi sudditi: la maggior parte di loro – soprattutto per la parte fiamminga che rappresenta tre quinti della popolazione – è repubblicana e vorrebbe vedere ridotte al minimo le funzioni reali fino al raggiungimento di una monarchia “protocollare”. Ma Alberto era riuscito, comunque, a guadagnarsi la stima e la simpatia dei concittadini che – forse grati per averli tirati fuori dall’impasse del 2010 – ne hanno sempre riconosciuto “senso dell’umorismo, giovialità, carisma e brio”.
Filippo, invece, più introverso e riservato dovrà faticare non poco per farsi apprezzare; per sedurre le Fiandre – a cui non è simpatico – e per dimostrare di essere egualmente all’altezza di suo padre nell’unire le regioni fiamminghe, quelle vallone e Bruxelles. “Timido” e “maldestro” Filippo incontra più difficoltà rispetto ad Alberto nell’imporsi sulla scena pubblica dove appare perlopiù “impacciato” e “a disagio”. Sarà per il suo olandese “convenzionale” e il suo accento vallone un po’ troppo pronunciato – sicuramente meglio di quello di Baldovino, si dice, ma comunque lontano dalla parlata sciolta e curata di Alberto – ma la stampa non lo aiuta e quella fiamminga lo sorveglia da vicino con occhio maligno. Fino a quando, nel 2007, l’insostenibile pressione mediatica gli ha fatto perdere le staffe: “Dovete portarmi rispetto perché sono il futuro re” era esploso l’allora Principe Filippo davanti a due giornalisti fiamminghi convocati a Palazzo in seguito a continue polemiche. “Se continuerete con questi toni di critica per voi le porte del Palazzo si chiuderanno per sempre” minacciò.
Eppure quello del futuro re è un curriculum di tutto rispetto. Filippo, che diventerà il settimo re del Belgio – e il primo con una laurea in tasca – è nato il 15 aprile 1960 a Bruxelles. Per metà italiano poiché figlio di Alberto II e della Principessa Paola della famiglia nostrana dei Ruffo di Calabria e primo di tre fanciulli, Filippo era ufficialmente predestinato alla corona dal momento della scomparsa senza eredi del re Baldovino nel 1993. Non avendo figli Baldovino si interessò particolarmente al nipote. Diventò il suo mentore e maestro; lo prese sotto la sua ala e lo portò con se’ durante i suoi viaggi, instradandolo, così, alla carriera “diplomatica”. Filippo si è applicato senza dimenticare le sue passioni: da sempre attratto dall’avventura aerospaziale, dopo il liceo è entrato alla Scuola reale militare dove ha ottenuto, nel 1982, il brevetto di pilota di caccia poi quello da paracadutista direttamente dalle mani dello zio. Ha studiato a Oxford e a Stanford, in California dove è si laureato in scienze politiche. Da allora è stato un susseguirsi di viaggi e missioni economiche – ne ha dirette settanta – in tutto il mondo, ma non ha abbandonato mai l’aviazione e la carriera militare.
Nel 2001 è nominato Generale maggiore delle forze armate, nel 2004 ha ottenuto anche il brevetto civile di pilota di elicotteri e nel 2010 è stato promosso al grado di luogotenente e vice ammiraglio. Senatore di diritto, Presidente onorario dell’Ufficio belga del commercio estero – divenuto poi Agenzia per il Commercio estero nel 2003 – e del Consiglio nazionale per lo sviluppo durevole e della Società belga d’investimento per i paesi in via di sviluppo (BIO), il Duca di Brabant, grande umanista, ha sempre mostrato ampio interesse per le problematiche sociali. Nel 1998 ha lanciato il Fondo per l’integrazione dei cittadini dei tre comuni belgi – Fiandre, Vallonia e Bruxelles – che porta il suo nome. Si è interessato ai giovani, alla disoccupazione e alla lotta contro la povertà. Ha continuato a studiare e viaggiare molto: ha visitato la Cina, la Turchia, la Russia, il Giappone e l’India. Del Belgio ama dire: “con la sua diversità di lingue e culture è il laboratorio dell’Europa”. Ha incontrato Gabriel Garcìa Marquez in Messico e Nelson Mandela in Sud Africa, ma l’esperienza più “toccante” è stata quella come volontario anonimo per un mese a Calcutta al fianco di Madre Teresa. Nel 1999 ha sposato Mathilde, figlia della contessa e del conte Patrick d’Udekem d’Acoz dalla quale ha quattro figli tra i quali Elisabeth, la primogenita che, nata nell’ottobre 2001, in seguito ad una modifica della costituzione sarà la prima ereditiera femmina della famiglia reale belga.
Loredana Recchia
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