Per la commissaria: “Non c’è più bisogno che il Fmi partecipi alle decisioni. A inizio crisi avevamo bisogno delle sue competenze. Ora i problemi europei possono essere risolti dagli europei”
“Il tempo della Troika è finito”. A dirlo non sono gli euroscettici o un gruppo di attivisti altermondialisti. Ma bensì la vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, che ha lanciato la sua idea ieri durante un incontro con i cittadini a Heidelberg in Germania, in un dibattito organizzato dall’esecutivo comunitario. Oggi parlando con la stampa di Bruxelles ha meglio argomentato il suo pensiero. “Siamo chiari, quando la crisi ci è piombata addosso a livello europeo e nazionale, fummo costretti a prendere decisioni rapide e a creare strutture per combattere crisi. Allora era indispensabile il contributo del Fondo monetario internazionale. La sua esperienza e competenza ci ha aiutato moltissimo e io ne sono grata” ha dichiarato.
Ma da allora i tempi sono cambiati: “Abbiamo imparato molto dalla crisi, adesso abbiamo l’unione bancaria, il semestre europeo, e diversi strumenti per rispondere a future potenziali crisi e non ripetere quello che è successo”. E allora, secondo Reding, “la Commissione, in qualità di governo economico dell’Ue, è ormai in grado insieme alla Banca centrale europea e agli Stati membri di risolvere i problemi”. Niente più decisioni prese insieme al Fmi quindi. A Bruxelles d’ora in poi basterebbe “in cambio di solidarietà chiedere a tutti gli Stati membri di implementar le riforme”, necessarie a evitare future crisi globali. Insomma, ha concluso la vicepresidente: “I problemi europei possono essere risolti dagli europei”.
A. B.