La mia vicina di casa, anzi no.
La nostra, vicina di casa. Che io convivo con quella santa donna della mia fidanzata, quindi dovrei dire La nostra, vicina di casa.
Che poi comunque la mia fidanzata è una santa donna ma resta pur sempre un capricorno, il che novanta volte su cento significa che la sua santità viene spazzata via dalla sua capricornaggine come una piuma dalla tramontana, ma non è di questo che volevo parlarvi, lasciamo perdere.
La nostra vicina di casa, quella che abita sopra di noi, la settimana scorsa è andata a fare una piccola vacanza e ci ha lasciato le piante da bagnare e il gatto da cibare, come fa sempre quando va a fare delle piccole vacanze, o anche delle vacanze un po’ più grandi. In cambio ci dice sempre di approfittare della terrazza, che lei ha una bellissima terrazza, allora noi in effetti approfittiamo della terrazza, poi già che ci siamo bagniamo il gatto e cibiamo le piante.
Niente, l’altro giorno per approfittare della terrazza abbiamo invitato una coppia di amici, che sono poi quella santa donna e quel sant’uomo che ci hanno ospitato per dei mesi a casa loro, con la differenza, rispetto alla mia fidanzata, che non hanno nessuna capricornaggine a spazzare via la piuma con la tramontana e tutto il resto.
Allora eravamo tutti lì sulla terrazza, c’era anche il gatto, bello bagnato, a un certo punto mi hanno detto Dovresti scrivere sui baci, che i baci qui in Belgio è una questione che c’è da ridere.
Adesso allora scrivo sui baci, sperando che non si offenda l’altro amico, quello che la settimana prima mi ha detto Dovresti scrivere sul perché la chitarra elettrica non è soggetta a obsolescenza, che è un argomento interessantissimo ma me lo devo prima studiare non l’ho ancora studiato.
Baci invece, i baci li ho studiati.
I baci in Belgio. Che noi siamo italiani, siamo abituati a dare due baci, qui in Belgio ne danno uno solo. E già solo questo, uno ci mette un po’ a ricordarselo, è sempre lì che si allunga per dare il secondo bacio, il belga ha già preso il tabacco dalla tasca, ti vede tutto sbilanciato non capisce cosa vuoi. La prima volta che te lo ricordi, sicuro come il pane, sei a cena con degli spagnoli, tu gli dai un bacio loro e te ne danno due, fai la figura di quello che c’ha le braccine corte di baci, o sembra che ti atteggi da belga, che lo spagnolo, lo spagnolo viene dalla Spagna, ti guarda e si capisce cosa pensa, pensa Ma te che sei italiano, vieni dall’Italia, cosa ti atteggi da belga che viene dal Belgio con me che sono spagnolo vengo dalla Spagna?
L’altro classico è che per noi italiani due che non si conoscono restano due che non si conoscono, una volta tanto non facciamo differenza di genere, mentre loro, i belgi che vengono dal Belgio, se non si conoscono tra uomini si danno la mano, ma poco poco che c’è un amico in comune, tra uomo e donna è cortese salutarsi col bacio. Uno, chiaramente.
E no, non è marpionaggine farlo, è cortesia.
Io mi ricordo, quasi due anni fa, questi amici ci spiegarono questa cosa, mezz’ora dopo sono arrivati gli ospiti, io e la mia fidanzata abbiamo fatto tutto un pasticcio, lei allungava la mano a uomini che porgevano la guancia, io porgevo la guancia a uomini che allungavano la mano, non ne abbiamo azzeccata una, salvo alla fine dare il bacio giusto a quell’ultima ragazza della fila, che però ovviamente era spagnola.
Altra cosa non carina è tornare indietro nella confidenza del saluto da una volta all’altra, e tal condotta genera nel cor degli insicuri, moti di pena e manifeste angosce.
Insomma se già hai salutato qualcuno col bacio, la volta dopo non sta bene porgere la mano. Il problema è ricordarselo.
Qui la miglior difesa è l’attesa, che seppur spesso tecnica vincente, può tramutarsi in un drammatico non saluto, a forza di aspettare la mossa dell’altro salutando, va a finire che non salutate, e sarebbe alquanto riprovevole.
Innumerevoli altre sfumature colorano i campi di battaglia del saluto belga.
Questo amico mi raccontava dell’imbarazzo nel vedere i compagni di scuola delle sue figlie correre verso di lui e guardarlo dal basso all’alto in attesa di essere baciati, con gli occhi spalancati e la bocca a cuore, bacio che però dal mio amico non arriverà, che in Italia, i bambini degli altri, se non sono proprio molto amici, non si baciano mica. Io mi immagino queste amichette delle sue figlie, sette otto anni, ad aspettare un bacio, e lui alto, biondo, bello come un dio, che le guarda e poi dice “Salut”.
Oppure la mia fidanzata, che uno dei suoi capi, al lavoro ci si saluta dandosi la mano, tranne il mercoledì che si va in cantiere, allora dover prendere il treno e andare fuori sede è un po’ un’avventura, il mercoledì allora ci si saluta col bacio.
Oppure l’ultima, sempre del mio amico, lui è italiano darebbe due baci, è pure valdese ne darebbe in realtà tre, ma vive in Belgio da un sacco di anni quindi dà un bacio solo, solo che spesso lavora a Parigi, a Parigi si adegua e dà due baci, quando partono da Bruxelles lui e la sua collega belga, si danno un bacio solo, quando arrivano a Parigi ognuno saluta gli altri con due baci, e se si separano, quando si ritrovano si danno due baci se c’è altra gente di Parigi, ma se sono da soli se ne danno solo uno perché vengono entrambi da Bruxelles
Io non voglio pensare cosa sarebbe, se una volta dovessero andare in trasferta di mercoledì.