L’antico torneo medievale ritorna nelle piazze di Prato, presentato con mostra al Parlamento Ue
“La città è in crisi, ma la rinascita di questo gioco rappresenta l’amore per le nostre tradizioni”
Hanno preso una vecchia tradizione, una tradizione antica che ha le sue radici nel Medioevo. Una tradizione che non era riuscita a imporsi nella modernità e che da 30 anni era stata abbandonata e rischiava di finire nel dimenticatoio della storia, e sopravvivere magari giusto nei racconti di qualche anziano. Hanno preso questa tradizione e l’hanno riportata alla luce, le hanno ridato vita e sono riusciti a coinvolgere gran parte della città. A Prato lo storico gioco della Palla grossa è tornato ad animar la fiera della festa della Madonna, con centinaia di persone che si sono iscritte alla ‘federazione’ locale, e molte di più che affollano le gradinate nella piazza cittadina durante il torneo che si svolge a settembre ogni anno.
“La nostra città è in crisi, ma la rinascita di questo gioco rappresenta l’amore per le nostre tradizioni e l’attaccamento al territorio” spiega il pratese Claudio Morganti, eurodeputato Eld, che ha portato i ‘calcianti’ (così si chiamano i giocatori) della Palla grossa al Parlamento europeo di Bruxelles per inaugurare una mostra su questo antichissimo sport e far conoscere questa tradizione anche al di fuori dei confini cittadini e nazionali. “L’obbiettivo adesso è trovare un partner di un altro Stato membro per organizzare una partita dimostrativa nell’ottica di Prato città europea 2014” afferma. “Quando parliamo di ‘Europa dei territori’ dobbiamo dare a questa espressione un senso, altrimenti restano solo chiacchiere. Valorizzare esperienze come questa è uno dei modi per farlo” aggiunge Niccolò Rinaldi (Alde), altro deputato toscano, che ha partecipato all’iniziativa.
Il gioco della Palla grossa è molto simile al calcio storico fiorentino, ma ha delle sue specificità. Si tratta di un mix di rugby, lotta greco romana e pugilato. Giocato su un campo recintato di sabbia tra due squadre di 25 ‘calcianti’ ciascuna, a cui si affiancano un capitano e un alfiere, che è il portatore dell’insegna, entrambi non giocatori. È una vera e propria battaglia che rimanda in un certo senso più che al Medioevo alle lotte tra gladiatori nell’Arena. Non è certo uno sport per ‘anime gentili’, la palla può essere colpita con tutte le parti del corpo ed è consentito il rimbalzo sulle pareti del campo e lo scopo è fare più ‘poste’ (gol) dell’avversario. Ma per farlo, a parte calci e colpi da dietro, lo scontro fisico, placcaggi, prese e proiezioni sugli avversari sono consentite, ma tutti gli scontri devono essere sempre uno contro uno. C’è addirittura la possibilità di ingaggiare il cosiddetto “Testa a testa”, ovvero boxare con l’avversario, uno scontro che però, e qui sta la lealtà e non solo la violenza, deve essere voluto da entrambi i partecipanti che devono alzare la guardia in segno di accettazione della sfida. Certo è molto più semplice tenere a bada due boxer sul ring che 50 calcianti di Palla grossa tutti insieme, e le vere e proprie risse in campo non sono rare, visto anche il livello di adrenalina che sale nei 60 minuti della partita. Ma pure questo fa parte del gioco e il ruolo dei 12 arbitri, o meglio 12 “gentiluomini periti nel gioco”, è anche quello di evitare che le cose degenerino.
Ridare vita a una tradizione sparita per quasi 30 anni non è stato semplice. “Quando abbiamo deciso di dare il via a questa avventura, nell’estate del 2011, eravamo una decina – racconta Claudio Belgiorno, organizzatore del torneo – Il nodo era riformare i quartieri e trovare giocatori disposti ad allenarsi e mettersi in gioco. Abbiamo trovato un vecchio regolamento e lo abbiamo riadattato ai tempi moderni, evitando le parti troppo violente”. La città è stata così di nuovo divisa nei quattro storici rioni tra Verdi, Azzurri, Rossi e Gialli e sono ripartiti gli allenamenti. “Io ricordavo solo le partite che avevo visto da bambino. Poi abbiamo contattato anche diversi vecchi giocatori perché ci aiutassero nei primi allenamenti” ricorda Massimiliano Maurizi, presidente degli Azzurri. E così l’anno scorso la Palla grossa è risorta.
“Avrò problemi a ricreare la squadra il prossimo anno però. Troppi giocatori vogliono darsi alla politica, dove se vengono indagati possono continuare a fare il loro mestiere, mentre nella Palla grossa non possono scendere in campo” scherza il presidente dei Rossi, Luca Di Filippo, riferendosi alla regola che impedisce a chi è sotto processo di partecipare al torneo. Una regola pensata per evitare problemi ma che, secondo molti calcianti, vieta di giocare anche a chi, pur essendo indagato per reati minori come la calunnia, vorrebbe solo partecipare al torneo e dare il suo contributo alla squadra. Problemi grossi fino ad ora non ce ne sono stati, ma nel calcio fiorentino diverse volte le manifestazioni sono state sospese per l’eccessiva degenerazione dello scontro. “Il senso della nostra presenza insieme a Bruxelles è anche il voler dimostrare che le rivalità sono solo in campo e non fuori” sottolinea Maurizi degli Azzurri. Unico rione non presente al Parlamento quello dei Gialli, che hanno voluto boicottare l’evento non ritenendolo utile alla causa e propagandistico.
Ma al di là delle polemiche in città l’entusiasmo per questo antico sport sta crescendo, gli iscritti alla federazione sono ormai 280, molto più di quelli che potranno effettivamente scendere in campo nel torneo. Ci sono atleti provenienti da diverse discipline, alcuni sono i giocatori dei Cavalieri, la locale squadra di rugby che milita in Eccellenza (la massima serie), diversi judoka, lottatori di greco-romana, il campione di Kung Fu Sanda, Marco Martorana, quello di boxe Francesco Di Fiore e moti altri. Tutti uniti dalla passione per questa antichissima tradizione. L’appuntamento è come sempre per il prossimo 5 settembre a Prato, dove i Verdi dovranno difendere il titolo di campioni. “Sarà certamente dura per noi – afferma il loro presidente Rino De Angelis – e i miei ragazzi lo sanno. Ma la coppa è nostra e se la vogliono dovranno venire a prendersela”.
Alfonso Bianchi
Guarda le foto della mostra al Parlamento Ue (clicca per ingrandire)