Cinque parlamentari hanno incontrato la commissaria Reding per chiederle di intervenire sulle norme dello Jugendamt: “Fare quadrato” contro regole che, in caso di separazione di coppie binazionali, riconoscono diritto di custodia solo al genitore tedesco
Gli europarlamentari italiani si uniscono nella lotta contro la legislazione della Germania in tema di minori. Cinque deputati hanno incontrato il Commissario Europeo alla Giustizia, Viviane Reding, per chiederle di intervenire sulle norme dello Jugendamt (l’ufficio pubblico incaricato della tutela dei minori) che prevedono, in caso di separazione di coppie binazionali, il riconoscimento del diritto all’affidamento dei figli al solo genitore tedesco.
All’incontro hanno partecipato la vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, la vicepresidente della Conmmissione Commercio internazionale Cristiana Muscardini, il capogruppo Idv Niccolò Rinaldi, la presidente della Commissione Petizioni Erminia Mazzoni, la vicepresidente del gruppo D&D Patrizia Toia e due genitori in rappresentanza delle centinaia colpiti dal problema dello Jugendamt.
“È necessario sviluppare una cooperazione più stretta tra i Paesi che soffrono di queste decisioni” ha proposto Muscardini: “Impedendo ai genitori stranieri di potere svolgere la propria funzione genitoriale – ricorda – si sottrae ai bambini l’affetto ma anche una parte fondamentale della propria cultura. E non vogliamo credere che nel terzo millennio si possano ipotizzare processi di germanizzazione come l´atteggiamento dello Jugendamt fa purtroppo presupporre”.
Come mediatore europeo per le questioni internazionali riguardanti i minori, Angelilli ha raccontato che il suo ufficio riceve numerosissime richieste di aiuto da parte di genitori che, avendo dei bambini in Germania, non hanno più nessun contatto con loro. “Tutto ciò – ha lamentato – oltre a violare i diritti degli adulti, viola inequivocabilmente quelli dei minori”. Il Parlamento europeo ha già portato avanti numerose iniziative sul problema, ha ricordato Rinaldi, replicando ai membri del gabinetto che ribadire la loro impossibilità ad intervenire, come successo fino ad ora, provoca una sicura sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni europee. Toia si è invece rivolta alla commissaria Reding chiedendole di avere “il coraggio di battersi e di imporre il rispetto dei diritti fondamentali dei bambini, così come si è già battuta per altre nobili cause”.
Per portare avanti la battaglia i deputati italiani hanno anche deciso di inviare una lettera alla premier lituana, Dalia Grybauskaite, titolare della presenza di turno della Ue chiedendo che il Consiglio affronti il problema.