La commissione Ambiente ha approvato una serie di misure per limitarne gli effetti negativi
Tetto all’utilizzo di quelli di prima generazione e conteggio delle emissioni indirette
Wwf: “Un passo avanti”. Ma ActionAid: “Non è abbastanza, speravamo in un segnale più forte”
Porre un tetto all’utilizzo di biocarburanti convenzionali per accelerare il passaggio a quelli di nuova generazione, cominciare a conteggiare anche le emissioni indirette derivanti dal crescente utilizzo di terreni agricoli per la loro produzione. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato questa mattina una serie di misure per limitare gli effetti negativi derivanti dalla produzione di biocarburanti. È ormai chiaro che affidarsi a carburanti prodotti a partire da prodotti alimentari (come la colza, l’olio di palma, la soia,…) per sostituire le fonti fossili presenta non poche controindicazioni. Ci sono la sottrazione di terreni ai Paesi del terzo mondo, l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari e, dal punto di vista ambientale, le emissioni indirette (Indirect Land Use Change, il cosiddetto fattore Iluc) che rischiano di causare un effetto esattamente contrario a quello sperato, facendo aumentare le emissioni di gas a effetto serra.
IL TETTO ALL’UTILIZZO – Per tentare di superare questi problemi, la Commissione ambiente si è espressa approvando a larga maggioranza (43 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astenuto) il rapporto della relatrice Corinne Lepage (Alde). Tra i punti principali approvati, un tetto del 5,5% all’utilizzo dei biocarburanti di prima generazione sull’obiettivo del 10% di energie rinnovabili che (come richiesto dall’Ue) gli Stati membri devono utilizzare entro il 2020 nel settore trasporti. Sul tema si è discusso a lungo. La Commissione europea, nella sua proposta di ottobre 2012, aveva chiesto un limite al 5%. Asticella troppo bassa secondo la Commissione Industria del Parlamento che, chiamata ad esprimersi sul tema, aveva invece suggerito di alzare il limite al 6,5%. Quello della Commissione ambiente è dunque un tentativo di mediazione. Fissando un limite all’uso di biocarburanti di prima generazione si vuole spingere allo sviluppo di quelli di seconda o terza generazione, ottenuti da alghe o da alcuni tipi di rifiuti. Secondo la relazione Lepage, questi biocarburanti “avanzati” dovranno rappresentare non meno del 2% del consumo entro il 2020. Questo sviluppo, indica però il Parlamento, non dovrà destabilizzare la politica europea in materia di rifiuti, foreste o avere un impatto negativo sulla biodiversità.
IL FATTORE ILUC – Altro elemento nuovo della relazione è l’introduzione del fattore Iluc nel conteggio delle emissioni a partire dal 2020. Anche in questo caso, l’esecutivo Ue aveva posizioni differenti: visto che non esistono ancora metodi esatti per quantificare le emissioni indirette, diceva il rapporto, Iluc non deve essere conteggiato, ma semplicemente monitorato attraverso un reporting annuale. Il Parlamento, invece, riporta Iluc nel conteggio, anche se a partire dal 2020 anziché dal 2018, come inizialmente proposto dalla relatrice.
La relazione introduce anche un sub-target al 2% per le energie elettriche da fonti rinnovabili, per tentare di incoraggiarne l’uso. Entro il 2020, cioè, l’elettricità prodotta da energie rinnovabili nel settore trasporti dovrà raggiungere questa percentuale.
IL COMPROMESSO COL PPE – Le misure approvate sono soluzioni di compromesso tra la relatrice e il Ppe, che vorrebbe meno limiti ai biocarburanti di prima generazione. “Sono felice che la commissione Ambiente abbia deciso di trattare il problema delle emissioni indirette legate alla riassegnazione dei terreni, di porre un tetto ai biocarburanti di prima generazione e di promuovere i biocarburanti avanzati” ha spiegato dopo il voto la relatrice. “Penso però – ha aggiunto – che si debba lasciare tempo all’industria per adattarsi e proporrò dei compromessi in questo senso in plenaria”. Il testo approderà in Plenaria a Strasburgo a settembre
LE REZIONI DELLE ASSOCIAZIONI – La soluzione trovata è “un importante passo avanti per assicurare biocarburanti più sostenibili in Europa”, commenta il Wwf sottolineando che, decidendo di inserire Iluc nel conteggio delle emissioni “si dà al mercato il giusto incentivo per provvedere a biocarburanti più puliti”. Più critica ActionAid, secondo cui “il voto in commissione ambiente non rappresenta purtroppo quel segnale forte che speravamo”. Anche se il parere di oggi “è migliore di quanto votato in Commissione – spiega a eunews.it il Policy Officer Roberto Sensi – siamo purtroppo ancora troppo lontani da una soluzione efficace al problema della sostenibilità sociale e ambientale della politica europea sui biocarburanti”. Ora si guarda con speranza alla Plenaria: “Speriamo che il Parlamento migliori la proposta di parere delle commissioni ambiente e industria – conclude Sensi – un segnale forte del Parlamento sulla necessità di rendere sostenibili i biocarburanti europei è infatti di fondamentale importanza per spingere il Consiglio verso un’intesa che non solo è ancora lontana ma si sta profilando drammaticamente al ribasso grazie anche all’opposizione italiana all’introduzione di qualsiasi limite ai biocarburanti di prima generazione e al conteggio delle emissioni indirette”.
Lena Pavese