Accantonate, almeno per il momento, le tensioni nate dalle rivelazioni sul presunto spionaggio americano nei confronti delle istituzioni europee, è entrato nel vivo, a Washington, il primo round di negoziati per l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Stati Uniti. La prima serie di incontri, che continueranno fino a venerdì, è solo la tappa iniziale del lungo percorso che dovrebbe portare, entro due anni, alla creazione di un’area di libero scambio tra le due economie più grandi del mondo.
Ci sarà da fare un lavoro di cesello per rimuovere tutti gli ostacoli, eliminare i dazi sulle importazioni reciproche e ridurre al minimo le trafile burocratiche per creare la più grande zona di libero scambio esistente. Un risultato che, dato il volume di commerci tra Europa e Stati Uniti, avrebbe ricadute economiche enormi. Al momento, le due economie si scambiano ogni giorno beni e servizi per due miliardi di euro ma si calcola che l’accordo potrebbe portare a una crescita del Pil in Europa dello 0,5% all’anno, oltre alla creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Sul tavolo di questo primo round di negoziati che proseguiranno fino a venerdì, ci sono 15 settori, che vanno dall’agricoltura, considerato uno dei temi più spinosi, all’energia e alle materie prime. Resta fuori, come chiesto e ottenuto nelle settimane scorse dalla Francia, il settore degli audiovisivi in nome del principio dell’eccezione culturale. A condurre le trattative il rappresentante al Commercio degli Stati uniti, Michael Froman, ed il capo negoziatore europeo, Ignacio Garcia Bercero. Da qui alla fine dell’anno dovrebbe tenersi altre due tornate di incontri.
Dopo la minaccia di sospendere tutto causa Datagate, l’Europa ha ammorbidito i toni dopo avere ottenuto la possibilità di condurre due negoziati paralleli. Da un lato quello sull’accordo commerciale, dall’altro quello sullo scambio di informazioni relative al programma “Prism”. Trattativa, quest’ultima, che sarà condotta da un gruppo di lavoro con i servizi della commissaria Ue, Viviane Reding.
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