L’Ue guarda con preoccupazione l’escalation di violenze in Egitto. Il Presidente del Parlamento: “Si fermi il bagno di sangue”. Ashton: “Chi rivendica il potere deve agire con responsabilità”
Cinquantuno morti, forse 34, per altri ancora 77. Più le centinaia di feriti. Una carneficina “allarmante e scioccante” secondo il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz che, commentando l’escalation di tensione in Egitto, ha “fortemente condannato l’uso della violenza contro i civili che manifestano”. La situazione nel Paese sta precipitando, dopo che decine di sostenitori del presidente egiziano Mohamed Morsi, sono stati uccisi questa mattina all’alba dall’esercito. Le forze armate hanno lanciato un ultimatum, intimando che vengano “smobilitati i sit-in” e minacciando: “L’esercito egiziano non permetterà a nessuno di minacciare la sicurezza nazionale”.
Proprio alle “forze di sicurezza egiziane e a tutti gli attori politici”, il presidente dell’Europarlamento ha rivolto un appello: “Mostrino responsabilità e fermino il bagno di sangue” ha chiesto Schulz, ribadendo che “il mantenimento dell’unità nazionale e la riconciliazione devono restare la massima priorità per tutti gli egiziani, per assicurare il ritorno al più presto possibile al processo politico democratico e pacifico”.
Un nuovo monito arriva anche dall’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton che ricorda a “quelli che rivendicano la legittimità del potere” che è necessario “agire in modo responsabile e per il bene del Paese, evitando ogni provocazione o escalation di violenza”. Il capo della diplomazia Ue prende anche atto che “un’inchiesta è stata aperta sui tragici eventi e confida che questa sarà condotta velocemente e in modo imparziale”.
Nonostante la situazione, per il momento l’Unione europea “non ha intenzione di cambiare il regime degli aiuti all’Egitto”. Lo ha chiarito Michael Mann, portavoce di Ashton: “Teniamo l’Egitto sotto revisione costante e possiamo prendere velocemente decisioni” ha spiegato, ma almeno nell’immediato non sono previste decisioni in questo senso. Nel frattempo l’Ue continua a tentare di agire “da ponte tra le parti per incoraggiare il dialogo”. Ci sono stati “contatti con tutti, inclusi i Fratelli musulmani” ha precisato Mann, che ha ribadito la “dura condanna” delle violenze da parte dell’Ue e la necessità “di avere un processo inclusivo e pacifico” verso la democrazia.