I paesi con deficit inferiore al 3% del Pil potranno “deviare” dal percorso di riduzione ulteriore del disavanzo verso l’obiettivo del pareggio di bilancio. Vale per i cofinanziamenti Stati-Ue
La Commissione europea annuncia che, durante l’esame dei Programmi di convergenza e stabilità riguardanti i bilanci degli Stati membri, applicherà le regole del Patto di Stabilità riformato, secondo cui i paesi con deficit inferiore al 3% del Pil potranno “deviare” dal percorso di riduzione ulteriore del disavanzo verso l’obiettivo di medio termine, ovvero il pareggio di bilancio, a condizione che il deficit resti comunque sotto la barra del 3%. In più (e questa è la novità), le deviazioni saranno consentite solo se riguarderanno i cofinanziamenti nazionali dei programmi comunitari relativi alla politica di coesione e alle infrastrutture di interesse europeo.
“La Commissione europea ha esplorato modi ulteriori per favorire programmi di investimenti pubblici non ricorrenti con un impatto dimostrato sulla sostenibilità delle finanze pubbliche” ma comunque “restando all’interno del braccio preventivo del Patto di stabilità”, ha spiegato il presidente dell’Esecutivo Ue, José Manuel Barroso, intervenendo stamattina a un dibattito pubblico all’Europarlamento, durante la sessione plenaria in corso a Strasburgo.
“Esaminando i bilanci nazionali per il 2014 e i risultati di bilancio del 2013 – ha proseguito Barroso -, consentiremo di nuovo, nel pieno rispetto del Patto di stabilità, deviazioni temporanee, decise caso per caso, dal percorso del deficit strutturale verso gli obiettivi di medio termine fissati nelle raccomandazioni specifiche per paese” emesse dalla Commissione europea e approvate dal Consiglio Ecofin.
“Tale deviazione – ha sottolineato quindi il presidente della Commissione – dovrà essere collegata alla spesa nazionale per progetti cofinanziati dall’Ue nel quadro della Politica strutturale e di coesione, delle Reti transeuropee o della ‘Connecting Europe Facility’, con un effetto di lungo termine sul bilancio positivo, diretto, e verificabile”.
Non c’è alcuna traccia, nella dichiarazione di Barroso, della possibilità, richiesta dall’Italia, che almeno gli investimenti pubblici riguardanti i co-finanziamenti nazionali dei programmi comunitari potessero ‘sforare’ la barra del 3% nel rapporto deficit/Pil, non essendo contabilizzati ai fini delle sanzioni previsti dal Patto di stabilità. Un portavoce della Commissione lo ha anzi nettamente escluso. Il commissario agli Affari economici Olli Rehn invierà una lettera ai ministri delle Finanze per spiegare come funziona la nuova regole, ha annunciato Barroso.