L’autrice: “This is not a woman issue sia il motto della lotta alla violenza di genere”. Lo spettacolo in scena a Bruxelles grazie alle deputate Pd Toia, Borsellino, Costa, Barracciu e Balzani
Alessio Pisanò intervista Serena Dandini in questo video
Donne picchiate, costrette a prostituirsi, violentate psicologicamente e sessualmente, donne “Ferite a morte”. È questo il titolo di un progetto teatrale di Serena Dandini, e anche del dibattito che si è svolto al Parlamento di Bruxelles, moderato da Rita Borsellino, tra le parlamentari S&D , Silvia Costa, Patrizia Toia, Francesca Barracciu, il deputato Marc Tarabella, l’ex ministra Livia Turco, il presidente del gruppo socialista Hannes Swoboda, le rappresentanti delle associazioni nonché la coordinatrice Ue anti traffico umano Myria Vassiliadou.
Il 25% delle donne ha subito violenza almeno una volta nella propria vita e il 38% delle violenze sono inflitte dai propri partner. I dati raccolti dall’Unione Europea mostrano che tra il 2008 e il 2010 le vittime della tratta di esseri umani sono state 23.632, il 68% delle quali sono donne. In Italia, secondo la Casa delle donne di Bologna, tra il 2005 e il 2012 sono state 877 le donne assassinate, da un familiare o comunque un conoscente. Una cifra altissima se si pensa che in media 110 all’anno (117 nel solo 2012), significa una donna uccisa ogni tre giorni. E i dati sulle violenze poi non corrispondono mai alla cifra reale in quanto non tutte le donne riescono a denunciare gli abusi subiti. Il telefono rosa, associazione che da 25 anni si occupa delle donne vittime di violenza ha ricevuto 5200 telefonate dallo scorso dicembre.
Norme e legislazioni a tutela delle vittime e sanzioni penali per i trafficanti di ragazze da avviare alla prostituzione, esistono già a livello europeo, ma finora sono solo nove i Paesi che hanno applicato la direttiva europea in materia. E secondo Toia questo è “inconcepibile”. “Chiederemo, come gruppo S&D, dopo l’estate agli Stati membri il motivo della mancata ratifica della direttiva sulla tratta di esseri umani, perché andiamo a vendere i nostri valori nel mondo , ma anche in Europa dobbiamo salvaguardarli” si è impegnato Swoboda. Numerose sono le associazioni che si occupano di sostegno alle vittime, di analisi e studi sul fenomeno, mentre l’impegno dei governi e forze politiche è ancora molto debole secondo i partecipanti al dibattito. Per l’ex ministra Turco “in Italia si fece un buon lavoro sulla tratta degli esseri umani con l’articolo 18 della legge dell’immigrazione, ma ora c’è un grande disinteresse e solo le associazioni nonostante i tagli alle politiche sociali continuano ad impegnarsi su questi temi”.
Costa ha auspicato un’iniziativa di interlocuzione tra società civile, parlamentari e governi. Importante è anche l’impegno contro una certa visione del corpo femminile. “Le immagini della donna sono usate in maniera solo sessuale e denigrante per le pubblicità e ciò avviene solo in Paesi come il nostro. Ma se facciamo passare la donna come un oggetto, si arriva a toglierle la vita come se distruggessimo un semplice oggetto”, ha continuato Toia. Durante il dibattito è stata lamentata la scarsa presenza di uomini, ma come è stato più volte ribadito dalle organizzatrici, questo è un tema che riguarda tutti e in particolare gli uomini. Per questo secondo la Dandini “is not a woman issue dovrebbe essere il motto della lotta contro la violenza di genere”.
Irene Giuntella