I governi trovano l’accordo sulla ripresa del processo di avvicinamento all’Unione a ottobre, dopo la relazione della Commissione sui progressi di Ankara. Bonino: “Superato il muro contro muro”
Oggi la porta non è chiusa ma si aprirà davvero solo ad ottobre. È un via libera condizionato quello che arriva dall’Ue alla ripresa dei negoziati per l’adesione della Turchia. I ministri degli Affari europei dei Ventisette, riuniti oggi in Lussemburgo, hanno trovato un accordo sulla proposta di compromesso arrivata ieri dalla Germania: ok alla ripesa del processo di adesione, ma solo in autunno, dopo che la Commissione europea avrà presentato un rapporto sui progressi di Ankara.
Al centro della decisione l’apertura di uno dei 35 capitoli in cui si articola la trattativa: il capitolo 22, quello dedicato alla politica regionale, il primo ch viene aperto dal giugno del 2010. Inizialmente, la ripresa del negoziato, cui, oltre la Germania, si sono opposti anche Olanda e Austria, era prevista per domani a Bruxelles. Una scadenza che sarà rispettata con l’apertura del capitolo, ma i negoziati partiranno solo tra quattro mesi.
Così, dopo la dura repressione delle proteste anti-governative partite da Piazza Taksim, la Turchia resta sorvegliato speciale, ma la decisione accontenta comunque il premier Recep Tayyp Erdogan: “È esattamente ciò che speravamo”, ha commentato minimizzando lo slittamento all’autunno, “credo che, in poche settimane, dopo le informative sui progressi istituzionali partiranno i negoziati, non c’è alcun problema”.
Soddisfatto anche il ministro degli esteri italiano, Emma Bonino, per cui si sta andando verso il superamento del “rischio del muro contro muro, che era quello a cui si andava incontro”. A questo proposito la titolare della Farnesina ha avuto questa mattina un colloquio con l’omologo turco Ahmet Davutoglu, per capire come la Turchia avrebbe preso il rinvio. “La risposta è stata positiva – ha riferito Bonino – penso che il tempo a volte aiuta. Adesso bisognerà vedere come il governo turco intende reagire”.
“Credo che il processo di adesione all’Ue sia lo strumento più efficace che abbiamo per influenzare l’agenda delle riforme in Turchia”, ha commentato anche il ministro degli Esteri irlandese Eamon Gilmore, presidente di turno dei 27. Secondo Gilmore, “le manifestazioni hanno dimostrato che la Turchia ha bisogno di altre riforme” ed in questo contesto l’apertura del prossimo capitolo negoziale “permetterà all’Ue di continuare a contribuire a delinearne la direzione”. Si tratta di “una buona decisione” anche per il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle: “Nonostante tutte le nostre reazioni comprensibili, visti gli eventi degli ultimi giorni – ha commentato – non potevamo ignorare che abbiamo anche interessi strategici di lungo periodo”.
L. P.