Il comparto dà lavoro a quasi centomila persone e porta 4,5 miliardi di euro l’anno
Nel 2012, il Belpaese si è confermato meta preferita dai turisti stranieri
Passeggeri disposti a spendere meno per colpa della crisi, calo delle prenotazioni dopo il naufragio della Costa Concordia: nel 2012, in Italia, c’erano davvero tutti gli ingredienti perché per l’industria delle crociere fosse un anno difficile. E invece, contro ogni previsione, il comparto continua a crescere, in tutta l’Europa, e in particolare nel nostro Paese. A confermarlo, un report presentato a Bruxelles da Clia Europe, divisione europea della Cruise Lines International, che riunisce gli operatori del comparto crocieristico.
Lo scorso anno, risulta dai dati, l’Italia ha mantenuto primati importanti. Siamo il primo Paese in Europa per contributo diretto del comparto sull’economia: dalle crociere arrivano ben 4,5 miliardi di euro (+0,2% rispetto all’anno precedente), il 28% del contributo diretto dell’interno continente. Nonostante un piccolo calo (-0,4%) rispetto al 2011, l’Italia resta in testa anche per impatto occupazionale. In questo settore trovano lavoro quasi centomila persone, il 30,4% di quante ne sono impiegate in Europa, con un volume retributivo superiore ai 3 miliardi di euro. Per il triennio 2013-2016, poi, l’Italia è il solo paese europeo a vantare 9 nuovi ordini alla cantieristica navale, per un valore superiore ai 4 miliardi di euro: il 39% degli investimenti totali del continente.
Se le cose vanno così bene è forse anche perché lo stivale piace e non poco ai turisti. Nel 2012, l’Italia si è confermata prima destinazione crocieristica, con ben 6,2 milioni di passeggeri (il 21% del totale europeo). Da un porto italiano sono partiti sono partiti oltre 2 milioni di passeggeri: il 9% in più rispetto allo scorso anno. Per numero di imbarchi, sbarchi e transiti, Civitavecchia, con quasi 2,2 milioni di passeggeri, è risultato secondo porto europeo, dopo Barcellona. A seguire, tra gli italiani, Venezia con quasi 1,8 milioni di passeggeri e Napoli, con quasi 1,2 milioni. Napoli e Livorno, invece, si affermano come principali porti di scalo europei, seguiti al terzo posto da Dubrovnik e, nella classifica nazionale, da Bari, Messina e Palermo.
“È un risultato di cui siamo fieri, che rappresenta per l’industria un impegno che intendiamo portare avanti”, commenta il primato italiano il Delegato di Clia per l’Italia, Roberto Martinoli, specialmente in un 2012 “caratterizzato da un perdurare, se non da un deterioramento, della recessione economica, con una contrazione del 2,2%”.
Anche a livello europeo, comunque, il 2012, è stato un anno caratterizzato dal segno più. L’industria delle crociere ha contribuito all’economia del continente per un importo complessivo pari a 37,9 miliardi di euro, + 3,2% rispetto al 2011 e +10,5% rispetto al 2010. In confronto al 2007, anno precedente all’inizio della crisi economica, il settore ha registrato una crescita pari addirittura al 31%.Il continente europeo si conferma la destinazione più amata dai crocieristi di tutto il mondo. Lo scorso anno si sono imbarcati da un porto europeo 5,7 milioni di passeggeri, di questi, quasi un milione è di provenienza non europea. Ai cantieri europei, poi, si deve la paternità del 97% delle navi da crociera di tutto il mondo.
“Nell’ultimo decennio il numero di persone che ha scelto di trascorrere le proprie vacanze in crociera è più che raddoppiato” commenta Manfredi Lefebvre d’Ovidio, Presidente di Clia Europe: “L’anno passato – ricorda – le crociere hanno attratto nel nostro continente quasi un milione di passeggeri non europei, con una conseguente ricaduta occupazionale di oltre 326.000 persone impiegate nell’industria. Si tratta di risultati straordinari, che mostrano l’importanza del contributo dell’industria all’economia e alla società europea”.
Letizia Pascale