L’utilizzo eccessivo porta al “land grabbing”, il ‘furto’ di terre coltivabili dei Paesi più poveri
Toia (S&D): “L’Ue sia coerente, incentivi le rinnovabili promuovendo però il diritto al cibo”
L’uso massiccio di biocarburanti rischia di sottrarre cibo al mondo e di far aumentare i prezzi alimentari. Entro il 2020, secondo l’Onu, occorreranno 5,2 milioni di ettari di terra se, come stabilito dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili, si mantiene al 10% l’utilizzo dei biocarburanti nel settore dei trasporti. In Europa però ne sono disponibili solo un milione e quattrocento ettari. Patrizia Toia, europarlamentare dei Socialisti & Democratici, ha chiesto al governo italiano di rivedere la propria posizione in vista delle prossime votazioni del Parlamento europeo sull’utilizzo di biocarburanti. L’Italia vorrebbe mantenere la quota del 10% con solo il 2% di biocarburanti di seconda generazione, quelli che non coinvolgono la coltivazione alimentare.
Per parlare del tema biocarburanti, l’eurodeputata italiana, membro della Commissione Industria, ha incontrato Olivier De Schutter, rappresentante speciale dell’Onu per il diritto al cibo, e i membri della Commissione ambiente, Bas Eickhout (Verdi) e Corinne Lepage (Alde). Secondo gli accertamenti dell’Onu, ricorda Toia, l’incentivazione dei biocarburanti ha portato a un aumento dei prezzi degli alimenti e può spingere al “land grabbing”, il ‘furto’ di terre coltivabili dei Paesi più poveri e il conseguente aumento della fame nel mondo.
Tutto ciò, ha sottolineato De Shutter, potrebbe essere evitato utilizzando biocarburanti di terza generazione, che sono prodotti da alghe, non richiedono l’uso del terreno e non hanno legami con la produzione alimentare. Nella Commissione Industria si pensa, in realtà, a un obiettivo di compromesso: il 6,5% di utilizzo dei biocarburanti nelle energie rinnovabili. Per Patrizia Toia questo non è sufficiente: “Io e altri del mio gruppo non voteremo a favore del compromesso, se questo consiste nel 6,5% di biocarburanti”. Secondo l’eurodeputata italiana è necessario tener conto di tutte le parti e quindi, anche di coloro che hanno investito nella produzione di questo tipo di energie, ma sarebbe ragionevole una riduzione della quota al 5% come proposto dalla Commissione Europea e un maggiore incentivo all’uso di biocarburanti di seconda generazione. Riguardo all’impegno dell’Ue Toia ha aggiunto: “Voglio sottolineare che la politica europea deve essere coerente, non si può da un lato promuovere il diritto al cibo e la sicurezza alimentare e poi dimenticarsene nelle direttive legate alla promozione delle energie rinnovabili”. “Mi auguro – ha concluso – che anche il governo italiano, nelle sue scelte, tenga conto di tutte le variabili in gioco”.
Irene Giuntella