Il presidente della Lombardia incontra Barroso. “Non è vero che siamo euro-scettici, è che così com’è l’Ue non funziona”. E sull’espulsione di Borghezio dal gruppo Eld per le frasi su Kyenge chiarisce: “Era la sua posizione, non quella del partito”
“Siamo l’unico partito che ha un progetto per l’Europa: noi siamo per l’Europa delle regioni”. Il manifesto politico della Lega Nord è questo, come sintetizzato dal nuovo traghettatore del Carroccio Roberto Maroni. “Si dice che siamo euro-scettici. Non è così”, mette in chiaro il segretario del partito e presidente della Regione Lombardia dopo il suo incontro con il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso. Con lui ha discusso dell’Expo 2015, invitando l’esecutivo comunitario a lavorare per fare in modo che “per quei sei mesi Milano diventi la capitale d’Europa”, ma subito dopo ha colto l’occasione per offrire la visione dell’Europa che vorrebbe. “Noi siamo per l’Europa delle regioni, e chiediamo la creazione di un Parlamento federale che includa le Regioni”. Alternative per Maroni non ce ne sono. O così o morte. “Non è che siamo euro-scettici, è che questa Europa così com’è non risolve i problemi”. Questa Europa, in sostanza, “non funziona”. E allora? E allora va data più voce – e soprattutto maggior peso – agli enti locali. “L’Europa delle Regioni è il modello che vedo. Solo questo è il modello di Europa federale che funziona”.
Il governatore lombardo ricorda non a caso che in Europa ci sono quattro motori, le regioni europee più ricche che trainano, nel loro piccolo, l’economia o quanto meno una parte di essa. Si trovano in Francia (Rodano-Alpi), Germania (Baden-Wurttemberg), Spagna (Catalogna) e Italia (Lombardia). “La Lombardia da sola ha un Pil di 320 miliardi”, scandisce. Un esempio che serve a Maroni per riaffermare una volta di più che “le Regioni reclamano il loro ruolo” nella partita europea. La Lombardia intende giocarla, tanto è vero che Maroni in persona intende incontrare il commissario europeo per l’Agricoltura, Dacian Ciolos, per discutere di agricoltura. Si teme per le ricadute che i negoziati sul budget e sulla riforma della politica agricola comune (Pac) potranno avere per il comparto agricolo lombardo, e si vuole discutere della gestione dei fondo agricoli europei (la Lombardia vorrebbe gestirli autonomamente). “Voglio incontrare Ciolos rapidamente, perchè non voglio far passare l’estate”. L’obiettivo di Maroni, rispondente alla sua visione regionalistica dell’Europa, è “iniziare un percorso”. In commissione Ue “non sono abituati a trattare con le Regioni, ma un cambiamento è sempre possibile”. Ma l’Europa di Maroni è, o almeno lo è stato, l’Europa di Mario Borghezio, eurodeputato – espulso dal gruppo Eld per le dichiarazioni contro il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge (“scelta del cazzo”, aveva detto. “Ha la faccia da casalinga”). “La Lega è dentro il gruppo, Borghezio no”, taglia corto Maroni. “Mi sembra una posizione chiara: quella espressa è la posizione di Borghezio, e non della Lega”.