La Commissione mette in mora il nostro Paese per la mancata riscossione delle sanzioni agli allevatori che hanno sforato le quote assegnate: “Non adottate le misure opportune”
Dario Prestigiacomo, Agenzia Vista Bruxelles – Alexander Jakhnagiev
Lo Stato italiano deve recuperare al più presto un miliardo e 42 milioni di euro: soldi pubblici in gran parte non ancora riscossi. Sono tutte multe a quei produttori lattiero-caseari che, tra il 1995 e il 2009, hanno superato le quote loro assegnate. Per affrontare il problema della sovrapproduzione cronica, dal 1984, esiste un sistema di quote che assegna ai produttori di ogni Stato membro un quantitativo massimo di produzione nazionale. Se il Paese sfora la propria quota, i produttori che l’hanno superata sono tenuti a pagare un prelievo sulle eccedenze. Ma in Italia, gran parte di queste sanzioni non è mai stata riscossa.
Un’irregolarità a cui oggi la Commissione europea ha chiesto che l’Italia ponga rimedio. L’esecutivo europeo ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese che, nonostante le ripetute richieste, “non ha ancora adottato misure opportune”, “vanificando le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato” e “creando distorsioni alla concorrenza” con i produttori che hanno rispettato le regole. Non solo. La somma va rimborsata, sottolinea la Commissione, anche per “evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani”.
Quello di oggi è solo un primo passo: Bruxelles ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, concedendoci due mesi di tempo entro cui presentare eventuali osservazioni. Dopo averle esaminate, potrà chiedere allo Stato italiano, con un “parere motivato” di intraprendere le misure necessarie per conformarsi al regime delle quote entro un determinato intervallo di tempo.
“Tutti i produttori di latte devono rispettare le regole” ha spiegato un portavoce della Commissione, “si tratta di soldi pubblici male utilizzati che devono essere recuperati: sono soldi degli italiani per gli italiani”. Le pendenze, secondo Coldiretti, riguardano circa duemila produttori di cui circa 600 devono pagare somme superiori a 300 mila euro e cioè la gran parte del debito. “Un comportamento – sottolinea Coldiretti – che fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 38mila allevatori italiani che con sacrifici si sono messi in regola”. L’associazione degli agricoltori ricorda anche che negli ultimi tre anni il rischio di multe per le quote latte è stato scongiurato perché la produzione nazione è sempre rimasta sotto il tetto massimo assegnato dall’Unione.
L. P.