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    Home » Economia » L’Abi conferma: l’economia europea è un disastro

    L’Abi conferma: l’economia europea è un disastro

    Per il quarto trimestre consecutivo, il Pil dell'Eurozona ha registrato un segno negativo. Quanto all'Italia, non c'e' un indice che sia caratterizzato dal segno positivo.

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    19 Giugno 2013
    in Economia

    Per il quarto trimestre consecutivo, il Pil dell’Eurozona ha registrato un segno negativo
    Quanto all’Italia, non c’e’ un solo  indice che sia caratterizzato dal segno positivo

    RecessionPer l’Europa le nuvole (economicamente parlando) continuano a farla da padrona, non risparmiando neanche i cieli di Germania e Francia. Una ulteriore conferma che il sole continua a essere una chimera viene dall’ultimo rapporto dell’Abi, l’associazione delle banche italiane.

    Per il quarto trimestre consecutivo il Pil dell’Eurozona ha registrato un segno negativo. Nel primo trimestre del 2013, il calo e’ stato pari a -0,8% in termini trimestrali annualizzati, in lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente (-2,4%). Nella media del 2012, il Pil si è contratto dello 0,5% (+1,5% nel 2011). All’interno dell’Area, anche la Francia registra un calo del Pil pari a -0,7% (-0,8% nel trimestre precedente), mentre la Germania ha recuperato: +0,3% dopo il forte calo dell’ultimo trimestre dello scorso anno (-2,8%).

    La produzione industriale e i consumi vanno a braccetto in discesa. Quanto alla prima, nel complesso dell’Area Euro ha evidenziato, a marzo, una diminuzione pari a -1,6% su base tendenziale e un lieve incremento pari a +1% su base congiunturale. Con riferimento in particolare alla Francia , ad aprile, l’indice della produzione industriale è diminuito, in termini tendenziali, di -0,5% mentre in Germania è cresciuto dell’1%. Ma i nuovi ordinativi manifatturiere, ad aprile, nella stessa Germania hanno manifestato una variazione pari a -0,5% .

    L’attuale fase critica si riversa inevitabilmente sui consumi. Le vendite al dettaglio nell’area euro ad aprile fanno registra -1,3% in termini tendenziali e -0,5% su base congiunturale. Nello stesso mese, anche il treno della Germania registra un calo sia su base tendenziale che congiunturale delle vendite al dettaglio pari a -0,4%, mentre in Francia sono aumentate del +1,4% a/a (-0,9% m/m).

    Ovviamente le aspettative non lasciano spazi a speranze, anzi. Il barometro della fiducia delle imprese continua a rimanere fisso sul segno “meno”, seppur in lieve miglioramento. Sempre nell’area dell’euro, la fiducia a maggio ha manifestato un lieve miglioramento portandosi a -13,0 da -13,8 di aprile. La fiducia delle imprese è cresciuta anche in Francia (da -18,9 a -16,1), mentre in Germania è diminuita (da -10,7 a -11,6). Anche sul fronte delle famiglie, e quindi dei consumatori, nello stesso mese, pur restando in territorio fortemente negativo, gli indici di fiducia evidenziano un lieve miglioramento:da -22,3 a -21,9 e in Germania (da -4,9 a -4,5) mentre in Francia sono diminuiti passando da -29,2 a -29,9. Ma, come si vede, stiamo sempre parlando di indici caratterizzati tutti dal segno “meno”

    Al contrario e’ il segno “più” a distinguere il tasso di disoccupazione riferito al mese di aprile: 12,2%, in lieve aumento rispetto al 12,1% del mese precedente (la media del 2012 è pari a 11,4% che si confronta con il 10,2% del 2011). Il tasso di occupazione nel quarto trimestre del 2012 è pari al 63,7%, inferiore rispetto al 64,1% del trimestre precedente.

    Quanto all’Italia, non c’e’ un indice che sia caratterizzato dal segno positivo. Nel 2012 il Pil si è contratto del 2,4% rispetto al 2011. Nei confronti del trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda sono diminuiti. Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell’1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell’1,6%.

    Silvio Boni

    Tags: AbiCrisidatieurozonaPiltrimestre

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