La commissione Libertà civili approva un rapporto per chiedere che si rimedi rapidamente alle violazioni: “I cambiamenti alla costituzione incompatibili con i principi fondamentali dell’Ue”
L’Ungheria rimedi rapidamente alle violazioni dei valori europei o i deputati chiederanno al Parlamento di avviare il percorso per determinare se esiste un rischio di “violazione grave”, percorso che può portare fino alla sospensione di alcuni diritti dello Stato membro, compreso quello di voto nel Consiglio europeo. Dopo le dure condanne già arrivate dall’Europa sulle drastiche modifiche alla Costituzione ungherese stabilite unilateralmente dal premier Viktor Orban, un nuovo avvertimento arriva oggi dall’Aula di Bruxelles.
La commissione Libertà civili ha approvato (con 31 voti favorevoli, 19 contrari e 8 astensioni) un rapporto che chiede alle autorità ungheresi di ritirare le disposizioni già dichiarate incostituzionali dalla Corte Costituzionale. Gli eurodeputati chiedono anche che sia ridotto il ricorso a “leggi cardinali” (che richiedono per essere approvate la maggioranza dei due terzi), in modo che materie come la famiglia, il diritto sociale, la fiscalità e il bilancio, restino di competenza della legislazione ordinaria. E ancora, la Commissione libertà civili, ricorda che devono essere messe in atto le raccomandazioni della commissione di Venezia (organo consultivo del Consiglio d’Europa sulle questioni costituzionali), e che deve essere garantita la più ampia partecipazione possibile nel processo costituzionale l’indipendenza del sistema giudiziario.
L’Unione, ricorda il rapporto, è fondata sui valori enunciati nell’articolo 2 del trattato dell’Ue: rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti dell’uomo, compresi quelli delle minoranze. Valori messi in questo momento seriamente in discussione in Ungheria. “Sono valori lodevoli sulla carta ma che devono essere applicati anche nella pratica” ricorda il relatore Rui Tavares (Greens): “Oggi la Commissione – aggiunge – ha affermato che i cambiamenti costituzionali in Ungheria sono sistematici e che la tendenza generale di queste modifiche è incompatibile con l’articolo 2 del trattato dell’Ue”.
Per questo, in caso non arrivino risposte dalle autorità ungheresi, i deputati chiedono alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento di esaminare la possibilità di avviare il ricorso ai meccanismi previsti dal trattato in caso di violazioni, in particolare all’articolo 7. Questo percorso permetterebbe al Consiglio di determinare se esiste “un rischio reale di violazioni gravi ai valori europei”. Il rapporto sarà messo ai voti nella sessione plenaria del Parlamento di luglio.
Letizia Pascale