L’esecutivo Ue vuole creare una piattaforma di servizi pubblici per l’impiego per aiutare gli Stati a condividere le best practice. Andor: “Massimizzare l’efficienza imparando l’uno dall’altro”
Ventisei milioni di persone cercano un lavoro senza trovarlo. Le imprese tentano invano di coprire 1 milione e settecento mila posti vacanti. È uno dei paradossi del mondo del lavoro in Europa: domanda e offerta faticano a incontrarsi, persone con competenze specifiche e datori di lavoro in cerca di quelle competenze, non riescono ad abbinarsi. Un problema, secondo la Commissione europea, dovuto in parte anche alla scarsa efficienza dei servizi pubblici per l’impiego. Per questo l’esecutivo Ue ha presentato oggi una proposta di decisione per migliorarne l’efficienza. Come? Creando una vera e propria rete di uffici di collocamento. La piattaforma metterebbe a confronto le prestazioni e aiuterebbe gli Stati a individuare pratiche migliori, promuovendo l’apprendimento reciproco. Gli stessi servizi pubblici per l’impiego hanno segnalato che, potendo contare su un sistema del genere, i problemi del mercato del lavoro potrebbero essere individuati in modo più tempestivo.
Uffici di collocamento più efficienti sarebbero fondamentali anche per poter mettere in atto la “garanzia per i giovani”, elaborata dal Consiglio dei ministri dell’Ue. La rete potrebbe aiutare gli Stati a mantenere la promessa di garantire ai giovani un lavoro, ulteriori opportunità formative, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dalla scuola.
La proposta di decisione della Commissione passerà ora al Consiglio dei ministri dell’Ue e al Parlamento europeo per l’adozione, e dovrebbe entrare in vigore già dal 2014. Una volta attiva, ogni Stato nominerà un membro che siederà nel consiglio direttivo della rete dei servizi pubblici per l’impiego.
“I servizi di pubblico impiego devono giocare un ruolo cruciale nell’aiutare 26 milioni di disoccupati in Europa a trovare un lavoro, per questo la Commissione vuole che collaborino per massimizzare l’efficienza, imparando molto l’uno dall’altro”, ha spiegato il commissario all’occupazione Lazlo Andor. L’invito a diversi Stati, Italia compresa, a migliorarli d’altra parte non è una novità: “Nelle raccomandazioni ai Paesi abbiamo chiesto a Italia, Spagna, Francia, Ungheria, Lituania, Romania e Repubblica Ceca di agire con urgenza per rendere efficienti i propri servizi”, ha ricordato il commissario, secondo cui la cooperazione tra servizi nazionali potrà anche “facilitare la realizzazione dei progetti per l’occupazione finanziati dal fondo sociale Ue”. La speranza della Commissione è in sostanza che le “best practice” europee possano diffondersi, aiutando gli Stati più deboli sul fronte dei servizi di orientamento per chi cerca un lavoro. Proprio così, ricorda Andor, è nata la “garanzia per i giovani”: un fiore all’occhiello dell’Austria che l’Ue ha deciso di fare suo.
Letizia Pascale
Per saperne di più:
– I Giovani di Bruxelles: “In Italia non c’è meritocrazia, per noi partire è un obbligo”
– L’Ue lancia un fondo di garanzia per l’occupazione giovanile