Il premier turco sfida Bruxelles: “Il Paese definisce da sé la sua agenda”. Il Presidente Schulz: “Invece di screditarci, pensi a ristabilire la pace”
Va avanti contro tutti: manifestanti, cittadini, ora anche contro l’Europa. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan non sembra affatto intimorito dall’ondata di indignazione sollevata dalla violenza con cui sta reprimendo le proteste scoppiate in Turchia. Anzi, oggi alza ancora il tono dello scontro con una sfida le istituzioni, inviando a Bruxelles uno schiaffo simbolico ma potentissimo: “Non riconosco questo parlamento dell’Unione europea”. Lo scorso giovedì l’Aula di Strasburgo aveva condannato il comportamento della polizia turca, ma la cosa sembra interessare poco il premier che, secondo quanto riportato dall’agenzia Anadolu, ricorda che per il Paese le indicazioni non sono vincolanti. “La Turchia non è un paese la cui agenda politica può essere definita da altri. La Turchia oggi definisce da sé la sua agenda politica”.
Una provocazione troppo forte per non suscitare immediate reazioni dai rappresentanti delle istituzioni. “Invece di screditare il Parlamento europeo, mi piacerebbe che Erdogan contribuisse a ristabilire la pace nel suo Paese”, risponde il Presidente Martin Schulz. Il premier turco “deve sapere – aggiunge – che è la Turchia a volere entrare nell’Unione europea e non viceversa”. Dal 2005 Ankara negozia l’adesione all’Ue, un percorso che, lascia intendere Schulz, potrebbe essere messo seriamente in discussione da atteggiamenti come questi: “Chi vuole essere membro dell’Unione europea – ricorda il Presidente – ha bisogno di adeguarsi ai suoi standard, ciò include un aperto dibattito internazionale sulla ‘governance’ del paese candidato”.
Ad accompagnare la voce di Schulz anche molte altre. “Le parole del premier Erdogan contro il Parlamento e contro l’Ue sono gravissime e inaccettabili e testimoniano purtroppo di una involuzione del governo turco rispetto al processo di riforma” commenta il vicepresidente del Parlamento, Gianni Pittella. Il deputato italiano promette anche che l’Europa “non abbasserà la voce” perché è “diritto e dovere” del Parlamento “condannare le violazioni dei diritti umani”.
Quello di Erdogan è “un atteggiamento di arroganza non tollerabile anche secondo la Vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli: “E’ inaccettabilie la reiterata mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento europeo da parte del Premier turco Erdogan, che anche oggi – denuncia Angelilli – sottolinea di non dare alcun riconoscimento alle prese di posizione dell’aula di Strasburgo sulla tutela dei diritti umani”.
Un avvertimento ad Ankara arriva anche dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che si è detta “scioccata così come molte altre persone” dalle modalità con cui la polizia ha cercato di reprimere le proteste di Gezi Park a Istanbul. “Quello che sta succedendo in Turchia in questo momento – avverte Merkel – non corrisponde alla nostra idea di libertà di manifestare e di espressione”.
Mary Pop
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