Approvato il progetto di decisione che ridistribuisce i seggi per rispettare il limite di 751 europarlamentari fissato da Lisbona. 12 Stati perderanno un rappresentante, la Germania tre
Gli europarlamentari si stringono per fare posto ai 12 deputati della Croazia, che entreranno a fare parte dell’emiciclo dal primo di luglio. La plenaria ha approvato il progetto di decisione che ridistribuisce i seggi per rispettare il limite di 751 europarlamentari complessivi fissato dal Trattato di Lisbona. La soluzione approvata lascia invariata l’assegnazione dei seggi tra gli Stati membri proposta dai deputati il 13 marzo 2013.
Prevede che a partire dalla prossima elezione dodici Stati membri dell’Ue perdano un seggio e a nessuno Stato ne siano assegnati di più. Gli Stati che perderanno uno scranno ciascuno sono Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo e Romania. I restanti tre seggi saranno ceduti dalla Germania, la cui quota deve scendere da 99 a 96, massimo consentito dal trattato di Lisbona.
Questa soluzione dovrebbe evitare “una riassegnazione traumatica dei seggi con forti perdite per gli Stati membri medi e piccoli e forti guadagni per i grandi”. Per i co-relatori Rafał Trzaskowski (Ppe) e Roberto Gualtieri (S&d) questa scelta è “la meno imperfetta delle soluzioni possibili”.
Dopo l’approvazione del Parlamento, il testo dovrà ancora essere adottato formalmente dai Capi di Stato e di governo dell’Ue al vertice del 27-28 giugno. L’accordo stabilisce che questa ripartizione dei seggi dovrà essere rivista prima delle elezioni 2019, sulla base di una proposta del Parlamento europeo presentata entro la fine del 2016. Dovrà essere rispettato il principio di di “proporzionalità degressiva”, in base al quale i deputati provenienti da Stati membri più grandi rappresentano più cittadini di quelli provenienti da Stati più piccoli. L’accordo dovrà poi riflettere qualsiasi cambiamento del numero degli Stati membri e delle tendenze demografiche, e rispettare l’equilibrio complessivo del sistema istituzionale.
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