Strasburgo chiede norme europee per la lotta alle mafie: protezione dei testimoni, incandidabilità per i condannati, stop agli appalti per chi commette reati gravi, basta segreti bancari
La criminalità organizzata è un fenomeno internazionale che va affrontato internazionalmente. Per questo il Parlamento europeo ha chiesto all’Ue di dotarsi di norme comuni per contrastare le mafie. “Nessuno Stato membro dell’Ue è più immune alla presenza della criminalità organizzata e delle sue attività sul proprio territorio. Questa è diventata una sfida europea che dobbiamo affrontare e combattere insieme” ha dichiarato durante il dibattito in Aula a Strasburgo il relatore del testo Salvatore Iacolino (Ppe). Secondo le stime della Commissione europea il reddito globale da attività criminali ammonta al 3,6% del Pil mondiale, mentre la corruzione nell’Ue costa circa l’1% del Pil comunitario. “La corruzione che costa circa 770 miliardi di euro l’anno a livello globale e 120 miliardi di euro nella sola Europa. Dobbiamo fare in modo che queste risorse, acquisite illecitamente da parte di sistemi criminali, possano invece essere recuperate” ha continuato Iacolino.
Secondo i deputati le azioni da mettere in campo per porre fine a questo enorme business illecito sono diverse. Innanzitutto bisogna proteggere informatori e testimoni in tutto il territorio dell’Ue, bisogna poi dare una definizione comune del reato di partecipazione a una organizzazione mafiosa e porre fine al segreto bancario per combatte ere il riciclaggio di denaro sporco. Anche, assicurazioni e istituti di credito dovrebbero cooperare a questo scopo, fornendo informazioni complete sulle entità giuridiche e sugli effettivi beneficiari finali. Inoltre, dovrebbero essere utilizzati strumenti informatici per migliorare la tracciabilità dei flussi finanziari e quindi delle finanze mafiose.
Secondo l’Aula poi chiunque sia condannato per reati gravi contro l’interesse pubblico (traffico di esseri umani, lo sfruttamento del lavoro minorile o il riciclaggio di denaro) deve essere escluso da qualsiasi appalto pubblico europeo per almeno 5 anni mentre alle persone condannate per corruzione, dovrebbe essere impedito di presentarsi alle elezioni in qualsiasi ufficio pubblico comunitario per altrettanto tempo. Ma i partiti politici devono capire che è importante che loro stessi facciano qualcosa senza aspettare leggi nazionali o comunitarie. Secondo Iacolino “dobbiamo educare i partiti politici al concetto di responsabilità attraverso un codice etico rigoroso insieme con una legislazione contro il voto di scambio”. Parole che dovrebbero essere ascoltate soprattutto in Italia.