Il vicepresidente della Commissione Tajani nel suo piano per la siderurgia punta sul recupero degli scarti. E invita alla lotta contro le esportazioni illegali di rottami
Soldi da mettere non ce ne sono, i negoziati per il quadro pluriennale dell’Ue sono tutt’ora in corso quindi è difficile capire come e quanto si potrà avere per l’acciaio, ma il comparto siderurgico va rilanciato. Di fronte alla crisi e alla difficoltà di soluzioni finanziarie immediate la Commissione europea allora si ingegna: se per risollevare la siderurgia non si può spendere, allora bisogna risparmiare. Come? Riciclando. E’ questo l’aspetto che salta più all’occhio nel piano d’azione per l’acciaio messo a punto dalla Commissione europea a presentato dal commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani. “Negli ultimi anni – si denuncia nella comunicazione presentata a Strasburgo – i prezzi del minerale di ferro sono aumentati in misura significativa a causa della forte domanda delle economie emergenti”. L’accesso alle materie prime è diventato dunque un problema, a cui la Commissione Ue trova rimedio con la politica del reimpiego. “L’acciaio – questa è la premessa della comunicazione – può essere ripetutamente riciclato senza con ciò perdere caratteristiche fondamentali quali la resistenza, la duttilità o la formabilità”. Numeri alla mano la scelta conviene. Ogni tonnellata di rottami non contaminati di acciaio riciclati, sottolinea il documento, “equivale a un risparmio di oltre 1.200 chili di minerale di ferro, 7 chili di carbone e 51 chili di calcare”. Inoltre produrre acciaio da rottami di acciaio invece che da minerale vergine significa “ridurre l’input energetico di circa il 75% e risparmiare circa il 90% dell’input di materie prime”.
Per Tajani, dunque, “da un punto di vista economico è del tutto logico massimizzare la produzione di acciaio da rottami, date le difficoltà dell’Europa di avere accesso a energia e materie prime a basso costo”. E poi anche le motivazioni ambientali non valgono meno, dato che – sottolinea ancora la comunicazione – la produzione da rottami “determina una netta riduzione dell’inquinamento atmosferico (86% circa), del consumo di acqua (40%) dell’inquinamento delle acque (76%) e dei rifiuti da attività estrattiva (97%) risparmio di 231 tonnellate di CO2 rispetto all’uso di minerale vergine”. La proposta di Tajani sembra aver colto nel segno, se – da come si evince dalla comunicazione – esiste già un mercato nero degli scarti dell’acciaio. Parallelamente alle politiche di riciclo per la Commissione europepa “occorre compiere maggiori sforzi per contrastare le esportazioni illegali di rottami che stanno facendo perdere all’economia europea preziose materie prime”. In tal senso, assicura Tajani, l’esecutivo comunitario presenterà proposte per affrontare il problema “attraverso il rafforzamento della capacità degli Stati membri di effettuare ispezioni nel quadro del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti”.
Renato Giannetti