Il ministro italiano al Consiglio Ue: “Si tratta di opere che servono per crescita e competitività”
Il Fiscal compact impone a tutti gli Stati membri di tenere il rapporto disavanzo Pil sotto il 3%
Prima era il governo Monti, adesso è il governo Letta, ma il risultato non cambia. L’Italia continua a chiedere la non inclusione delle spese pro-crescita nel computo del deficit massimo che un Paese può raggiungere, quella nota anche come “regola aurea” o “golden rule”. La richiesta l’ha avanzata anche il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, in occasione del Consiglio Trasporti di Lussemburgo.
Un intervento imprevisto, che ha ridisegnato l’agenda dei lavori. Nel corso del suo intervento Lupi ha chiesto che si consideri l’ipotesi di escludere dai patti europei le spese per il completamente delle reti di trasporto europeo. “Oggi più che mai va riconosciuto che per quegli Stati che danno un contributo fattuale alle reti strategiche europee di trasporto, le risorse devono essere contabilizzate ma fuori i parametri di Maastricht”, ha poi spiegato in una teleconferenza con la stampa da Lussemburgo. “Gli altri ministri – ha sostenuto – non possono che accogliere con simpatia questa proposta, dal punto di vista economico e politico”.
Sulla carta anche la Germania e i Paesi rigoristi sarebbero interessati a discutere del problema, considerando l’opportunità di tenere fuori il tetto del 3% del rapporti deficit/Pil le spese (e quindi l’indebitamento dei governi) per le realizzazione delle infrastrutture ritenute necessarie per il completamento del processo di integrazione dei trasporti. (Lupi parla di parametri di Maastricht, ma è il patto di bilancio o “Fiscal compact” a prevedere il tetto del 3%). Si vedrà, da qui a un’accettazione della linea italiana ce ne vorrà ancora (ammesso che verrà accettata), ma intanto “abbiamo iniziato a parlarne”. Lupi comunque non ha dubbi: le spese per le realizzazioni delle reti di trasporto trans-europee sono anti-cicliche. “Queste infrastrutture aiuteranno l’Europa a tornare competitiva e ritrovare la crescita” dice.
Sul fronte italiano un’eventuale applicazione della “golden rule” permetterebbe di utilizzare la meglio la quota-parte assegnata nell’ambito del progetto europei Ten-T. Questo prevede due tipi di reti di trasporto: le reti principali (o “core network”) e tutte le altre reti (o “comprehensive network”). Le prime dovranno essere realizzate entro il 2030, le seconde per il 2050. Il nostro paese è coinvolto nelle reti di trasporto principali con i corridoi ferroviari ad alta velocità Torino-Lione e Venezia-Trieste, la realizzazione del valico del Brennero, e l’interconnessione di Genova con l’asse che collega a Rotterdam.
Renato Giannetti