L’espulsione di Borghezio dal gruppo ELD del Parlamento europeo è una vergogna per tutta l’Italia e una bordata senza precedenti ai pretesi sani valori del leghismo. Ma il fatto che sia stato proprio Farrage, capo di uno dei partiti più nazionalisti d’Europa, a far scoccare l’ora di Borghezio è ancora più significativo e mostra che in fin dei conti noi italiani non siamo buoni neanche a fare i razzisti. Farrage e il suo UKIP sanno bene che per pescare nel torbido dell’insoddisfazione popolare e attirare un elettorato impaurito dai cambiamenti della modernità rivendicando la preminenza nazionale bisogna conservarsi assolutamente puliti da ogni forma di razzismo. Solo così si preclude agli altri la via del facile ostracismo antirazzista e si scansa il marchio dell’infamità.
Farrage è abile, ha in fin dei conti una rispettabilità che gli viene da una strategia, da un progetto politico, da una vicinanza alla gente cui però non si riduce a buttare l’osso che vuole. Farrage lo si potrà trovare discutibile, discriminatorio, inattuale, reazionario ma risponde a dei bisogni e riempie un vuoto lasciato dalla politica inglese. Che perfino nella reazione si respiri un’altra aria in Gran Bretagna lo dice anche il recente dibattito sui matrimoni omosessuali, fortemente osteggiato da una parte dei conservatori. Uno di loro, omosessuale e invece favorevole alla nuova legge, in un discorso alla Camera dei comuni ha affermato che la legalità del matrimonio omosessuale forse aiuterebbe tanti come lui a considerare la propria sessualità normale e ad avere il coraggio di viverla. Anni luce di civiltà dalla nostra barbarie celtica.
Dal suo banco di parlamentare europeo invece Borghezio spara bestialità senza costrutto e senza strategia, come tanti altri gerarchi della Lega, perché il suo unico fine è piacere a quelli che lo hanno eletto e l’unica cosa che gli interessi sono i loro voti. E qui viene il punto. Quante decine di migliaia di Borghezio abbiamo in Italia? Quanti elettori che condividono le mostruosità che sono costate all’eurodeputato leghista l’espulsione dal suo gruppo parlamentare a Bruxelles? Decine di migliaia di razzisti che nessuno può espellere e che ne vogliono ancora. E allora c’è da chiedersi a che cosa è valsa l’educazione, l’istruzione obbligatoria, l’edificante cultura antifascista del Dopoguerra, leggere a scuola Primo Levi e Don Minzoni, Gianni Rodari e tutte le altre letture preventive se il risultato è questo. C’è da farsi serie domande su tutta la nostra costruzione nazionale.
C’è da chiedersi a che cosa crede il Nord-Ovest operoso che ha votato Borghezio. Cattolico o comunista che fosse oggi è solo profondamente incivile, una società che ha paura e che fa paura, che ha perso la cognizione del bene e del male o forse ancora peggio, che è disposta a tutto per tutelare il suo bene, anche all’annientamento degli altri. Ci piaceva un tempo dire che gli italiani non erano razzisti, che proprio non potevano esserlo perché l’uguaglianza ce l’avevamo nei geni. Nei geni sembra invece che abbiamo questo seme nero di inciviltà di cui Borghezio è solo uno dei frutti. E ancora più agghiacciante è che si lasci Borghezio mescolare ai suoi anatemi razzisti i valori del Cristianesimo. La Chiesa di Papa Bergoglio, che è proprio di queste terre, non ha speso una parola per strappare al gerarca leghista l’aura di credente che lui tanto pretestuosamente vanta. Borghezio si dice così di destra da essere perfino a destra di Dio. Lo saprà che a destra di Dio c’è Cristo, l’uomo più di sinistra della storia, quello che era amico perfino delle prostitute?
Diego Marani