Dunque, eravamo arrivati in Austria, dove la gente appoggia la testa al muro per fare la pipì.
Il giorno dopo siamo ripartiti per suonare a Brno, in Repubblica Ceca.
Inutile mentire, che le bugie hanno le gambe corte.
Repubblica ceca, il posto era bellissimo, poco prima del concerto esco dal camerino, nel locale c’era una persona.
Una sola, dico. C’erano il gestore, i baristi, il dj, due buttafuori, e nel pubblico una persona sola. Allora sono andato da lui l’ho salutato, gli ho chiesto cosa ci faceva lì da solo, mi ha detto che era venuto per sentirci, che aveva letto di un gruppo dal Begio, aveva sentito le cose su YouTube e gli erano piaciute molto, e così eccolo lì.
La grossa differenza tra lui e gli altri, era che lui parlava benissimo inglese, mentre il fonico, i baristi e i buttafuori, avevano un vocabolario piuttosto limitato, tipo Yes e No.
Ora, io non dico sapere tutto l’Oxford English Dictionary con 290.500 main entries,157.000 combinations and derivatives, 169.000 phrases and combinations, per un totale di 616.500 word-forms, ma dire anche solo Yes e No, se organizzi concerti internazionali, sembra poi già una cosa, come direbbero in Piemonte.
Comunque niente, questo unico pagante venuto apposta, alla fine gli ho fatto fare il giro del palco, aveva la bava alla bocca, sapeva nomi, modelli ed anno di produzione di tutta la nostra apparecchiatura, non si capacitava non ci fosse nessuno, lui lì c’aveva suonato quattro volte, era sempre pieno.
Ha comprato pure il CD, allora io ho detto agli altri Suoniamo due pezzi, è venuto apposta.
Tempo di fare pipì, c’era già il palco smontato, che Mr Yes & No aveva deciso che No, non si suonava.
Per la notte non c’era parcheggio custodito, io ho deciso che avrei dormito in furgone, che va bene tutto, ma farsi rubare anche gli strumenti a Brno mi sembrava eccessivo, e Dim mi ha fatto compagnia.
Cercando l’appartamento dove avrebbero dormito gli altri, ci ha fermato la polizia, ha fatto il palloncino a Ronald, che è risultato negativo, tasso zero.
E l’ho ringraziato, che va bene tutto, ma passare la notte in cella a Brno mentre ti svuotano il furgone mi sembrava ancora più eccessivo.
Trovato l’appartamento abbiamo smollato gli altri, e io e Dim ci siamo preparati per la notte come in campeggio, ti lavi denti con l’acqua frizzante, prendi il sacco a pelo. Lui si è messo in mutande dentro il sacco a pelo, poi dopo qualche minuto si è rivestito, mi ha detto una cosa il cui senso era Va bene tutto, ma in effetti sono rimasto con te che se succede qualcosa almeno siamo in due, ma fare a botte in mutante, sembra poi già una cosa, direbbero in Piemonte.
A un certo punto chiamano gli altri due, Mr Yes & No ci aveva dato le chiavi dell’alloggio, ma poi avevano scoperto che dentro quel portone c’era pieno di alloggi, quattro piani di alloggi, e senza numero né nome, allora poi loro alle due di notte si sono messi lì a provare le chiavi in tutte le porte, è andata ancora di lusso che Ronald ha un certo stile, ad inserire le chiavi nei nottolini, che va bene tutto, ma fargli passare la notte in cella a Brno accusandolo di furto con scasso, mentre una squadra di teppisti stava a picchiare Dim in mutande, mi sembrava super eccessivo.
La mattina dopo siamo scappati dalla Repubblica Ceca a gambe levate.
Croazia e Slovenia due date perfette, e l’ultima data vicino a Udine anche.
14 giorni, 11 concerti, 8 nazioni, 7000 chilometri, 68 ore di viaggio.
Un perfetto esempio (vedi Fig.1) di quello che in gergo si chiama, voglia scusarmi l’editore, Il giro della merda nei tubi.
I know, it’s only rock’n’roll
But I like it, like it
Yes I do
Ru Catania