I reporter lamentano schedature, difficoltà nel ricevere permessi e trattamenti rudi dalla security
L’Alto rappresentante favorisce le foto dello staff del Consiglio, naturalmente più “gentile” con lei
Potrebbe calare il buio sull’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea. E non un buio politico ma semplicemente visivo. Contro Catherine Ashton si stanno infatti mobilitando i fotografi accreditati presso l’Unione europea, stanchi delle difficoltà che incontrano per partecipare ai punti stampa o alle manifestazioni a cui la baronessa prende parte. E così, cosa assolutamente inusuale, hanno deciso di incrociare le braccia solo contro di lei. All’ultimo Consiglio Affari Esteri i fotoreporter hanno ‘boicottato’ la Ashton rifiutandosi di scattarle delle foto, e così le uniche immagini disponibili dell’evento in cui lei è presente sono quelle ufficiali del Consiglio Ue, che ha comunque una sua squadra di fotografi incaricati di fare scatti da rendere disponibili ai giornali.
All’Api, l’associazione della stampa internazionale, da tempo arrivano tantissime lamentele. I fotografi hanno denunciato trattamenti a dir poco rudi da parte delle forze di sicurezza e il fatto che ad ogni accesso la loro presenza venga registrata (cosa che non avviene mai per i giornalisti) anche se posseggono un accredito permanente. I fotografi affermano inoltre che l’Alto rappresentante troppo spesso vieta loro di seguire determinati eventi, mentre lascia entrare i fotografi ufficiali del Consiglio Ue che, essendo suoi dipendenti, fanno solo scatti di rituale, scatti che i fotoreporter ritengono propagandistici. I malumori insomma vanno avanti da tempo e questa protesta è solo un primo atto di questa battaglia. E se le cose non cambieranno, non sarà certo l’ultimo.
A. B.