Secondo il rapporto di Save the children 130 milioni di bambini hanno difficoltà di apprendimento
Neri: “Sono gli effetti della carenza di cibo, un grave rischio per milioni di giovani vite”
L’impatto sui Paesi in via di sviluppo non è soltanto umanitario, ma anche economico
La malnutrizione infantile è ancora uno dei grandi mali del nostro pianeta. Nonostante alcuni miglioramenti della situazione globale – negli ultimi due decenni il numero di bambini che muoiono sotto i cinque anni è sceso da 12 a 6,9 milioni (di questi 2,3 per malnutrizione) – la realtà resta drammatica: 19mila bambini continuano a morire ogni giorno per cause che potrebbero essere facilmente prevenute. Anche dal punto di vista dell’istruzione le cose sembrano migliorare, dal 1999 il numero di bambini nella scuola primaria è aumentata di oltre 40 milioni. Ma la malnutrizione rischia di vanificare questi progressi: 130 milioni di bambini pur andando a scuola hanno difficoltà di apprendimento.
Sono i dati impietosi contenuti nel rapporto “Cibo per la mente” di Save the children che dimostra come la carenza di cibo abbia un grosso impatto anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, così come sulla crescita economica del Paese. Il rapporto è stato reso pubblico in contemporanea del Consiglio Affari esteri di Bruxelles e a pochi giorni da un summit globale sulla nutrizione che anticiperà l’annuale vertice G8, proprio per sollecitare i leader mondiale a fare qualcosa, e a farlo in fretta. “Un bambino su quattro nel mondo sconta gli effetti della malnutrizione cronica, con un grave rischio per milioni di giovani vite. I leader che si incontreranno a Londra l’8 giugno prossimo devono affrontare questa emergenza e contribuire concretamente a sconfiggere questa piaga” ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
“La scarsa nutrizione – ha aggiunto Neri – sta producendo un vero deficit di alfabetizzazione e capacità di calcolo nei paesi in via di sviluppo”. Secondo il rapporto, l’assenza di una dieta nutritiva può compromettere seriamente le capacità di un bambino di leggere o scrivere correttamente una semplice frase, o risolvere un quesito matematico elementare, indipendentemente dalla quantità e dalla qualità dell’istruzione ricevuta.
I dati sono il frutto di una ricerca effettuata su migliaia di bambini in 4 Paesi: Etiopia, India, Perù e Vietnam. Mostrano come ad un’età di 8 anni i minori affetti da rachitismo a causa della malnutrizione cronica hanno una probabilità di errore nella lettura del 19% superiore rispetto a chi si è potuto nutrire correttamente, per loro anche una semplice frase come “mi piacciono i cani” può essere un serio problema, così come una semplice sottrazione tra 8 e 3, il 7% in più non risponde correttamente a quesiti matematici elementari. La probabilità di errori nella scrittura è del 12,5% superiore alla media.
Le conseguenze di questo problema si ripercuoteranno poi in futuro anche nello sviluppo economico dei Paesi, recenti scoperte suggeriscono che l’impatto economico globale di malnutrizione potrebbe arrivare fino a 125 miliardi di dollari e inoltre, come sottolineato nel rapporto, i piccoli malnutriti guadagneranno in media il 20% in meno nella loro vita da adulti. Puntare quindi sui programmi di nutrizione, nella cooperazione allo sviluppo, potrebbe essere una garanzia di prosperità futura. E invece la voce di spesa per queste pratiche, a livello globale, si limita a un misero 0,3%.
Per saperne di più:
– Scarica il rapporto Food for thought