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    Home » Economia » Deficit, Italia promossa, ma il futuro sarà duro

    Deficit, Italia promossa, ma il futuro sarà duro

    Barroso: “Con debito al 132% del Pil Roma non può rilassarsi. Restano problemi di competitività”. Rehn: “Il Paese ha margine molto basso per restare sotto il limite del 3% ma lo usi per la crescita”

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    30 Maggio 2013
    in Economia

    Barroso: “Con debito al 132% del Pil Roma non può rilassarsi. Restano problemi di competitività”
    Rehn: “Il Paese ha margine molto basso per restare sotto il limite del 3%, lo usi per la crescita”

    Barroso deficitCome era stato ampiamente anticipato la Commissione europea ha proposto al Consiglio Ue (a cui spetta l’ultima parola) che all’Italia venga tolta la procedura di infrazione per il deficit eccessivo. L’esecutivo comunitario però detta condizioni severe avvertendo in questo modo il governo di Enrico Letta che non deve allontanarsi troppo dal solco tracciato da Mario monti. “L’Italia ha corretto il deficit eccessivo in maniera sostenibile” ha dichiarato il Presidente José Manuel Barroso che ha però avvertito: “Il rapporto deficit /debito è un grave peso sull’economia. Le previsioni sono che il debito arrivi al 132% del Pil nel 2014” e per questo “non possiamo dire che l’Italia possa rilassarsi anche perché rimangono problemi di competitività”. Il nostro Paese, ha ricordato Barroso “ha perso quote di competitività rispetto alla Francia” che pure ha i conti piuttosto in disordine, ma ha ottenuto due anni in più per sistemare le cose. Il Presidente comunque è sicuro che Letta manterrà gli impegni presi con Bruxelles: “Mi ha detto chiaramente che porterà avanti le riforme. Sia lui che il ministro dell’Economia sanno quanto sia importante riprendere parte della competitività perduta”.

    La procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell’Italia è stata avviata nel 2009. Secondo i dati forniti dall’esecutivo comunitario dopo un picco del 5,5% del Pil nel 2009, il disavanzo pubblico è stato progressivamente ridotto fino ad arrivare al 3% nel 2012, cioè entro il termine fissato dal Consiglio. Nell’ipotesi di politiche invariate, le previsioni di primavera 2013 dei servizi della Commissione indicano un disavanzo del 2,9% del PIL nel 2013 e del 2,5% del Pil nel 2014. La differenza dello 0,5% è data, secondo quanto spiegato da fonti interne al governo italiano, dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, un onere che non ci sarà l’anno prossimo e che quindi potrebbe permettere al governo di utilizzare quel piccolo tesoretto per politiche di sostegno alla crescita.

    “L’Italia ha svolto un grande aggiustamento strutturale nel corso degli ultimi due anni. Guardando al futuro, il nuovo governo sta invertendo alcune delle misure, ma ha messo in atto misure di salvaguardia per garantire che il disavanzo resti infatti inferiore al 3%” ha aggiunto Olli Rehn riferendosi ai cambiamenti di strategia di Letta rispetto al Governo Monti, come quello ad esempio sull’Imu. La sospensione del versamento della rata di giugno” si legge nel testo dell’esecutivo comunitario, è stata accompagnata da una “clausola” che “garantisce che la riforma avvenga nel pieno rispetto degli obiettivi programmatici primari di bilancio”. Inoltre, afferma la nota “in caso di mancata adozione entro la fine di agosto 2013 di una riforma con effetti neutri sul bilancio, la rata sospesa dovrà essere versata entro il 16 settembre”.

    Secondo il vicepresidente della Commissione “continuare con le riforme strutturali è la chiave per la ripresa in Italia, e ripagare gli arretrati del debito commerciale, come il governo ha concordato con la Commissione, dovrebbe fornire l’economia di liquidità e aiutare la ripresa economica”.

    Resta il fatto che l’Italia “ha un margine di sicurezza molto lieve per mantenere il deficit sotto il 3%” quindi “è importante che convenga sulla necessità di inserire forti salvaguardie per tenersi sotto i livelli prescritti”. Questo “margine” secondo Rehn dovrebbe essere utilizzato “per stimolare la crescita”.

    Alfonso Bianchi

    Per saperne di più:
    – Leggi le raccomandazioni della Commissione europea per l’Italia

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