La vicepresidente del Comitato delle Regioni: “Fondi Ue non sufficienti. La Commissione presenti strategie che leghino crescita e occupazione al contrasto del surriscaldamento del pianeta”
Le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici ricadono, a livello di costi di attuazione, sugli enti locali. Ma la crisi e la necessità di tenere i conti in ordine, non consentono di spendere. Per cui, senza interventi che possano mettere in moto investimenti pubblico-privati, sarà difficile e forse addirittura impossibile rispondere alla sfida già in atto. E’ l’allarme lanciato da Mercedes Bresso, primo vicepresidente del Comitato delle Regioni europee, in occasione di un briefing sulla strategia dell’Ue per l’adattamento ai cambiamenti climatici organizzato in Parlamento europeo da Vittorio Prodi (S&D), membro della commissione Industria e presidente dell’intergruppo parlamentare ‘Cielo e spazio’. “E’ stato stimato che tra il 50% e l’80% delle spese per l’adattamento e la mitigazione ai cambiamenti climatici ricade sugli enti locali”, premette Bresso. “Ma in questo momento c’è una drammatica riduzione di spesa per gli enti locali, e il contributo dei fondi europei non è abbastanza”. Regioni, Province e Comuni, insomma, possono fare poco per stimolare economia verde, modello produttivo a basse emissioni di carbonio, e realizzazione di piani di conservazione del territorio e risposta alle crisi naturali. “Abbiamo bisogno di investimenti pubblico-privati per aumentare la capacità delle autorità locali di investire”. Bresso pensa inoltre all’ipotesi di fondi rotativi di finanza agevolata, gli strumento di sostegno alle imprese che permettono l’attività senza il ricorso a prestiti o finanziamenti bancari (il fondo viene alimentato attraverso lo stanziamento di risorse pubbliche insieme al rientro di somme versata da imprese che ne hanno già beneficiato. Da qui l’espressione “fondo rotativo”).
L’Unione europea, invece, dovrebbe mettere sul tavolo una strategia organica che sappia rispondere a tutte le sfide contemporaneamente. “Certamente la lotta alla disoccupazione resta la priorità”, ribadisce anche la vicepresidente del Comitato delle regioni europee. “Ma il solo modo che abbiamo per rispondere aio problemi di crescita, disoccupazione, adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici è una strategia trasversale, che comprenda tutti questi elementi”. Per Bresso bisogna dunque evitare di procedere con singole iniziative per ciascun capitolo. Ma su questo fronte “abbiamo bisogno di progetti concreti della Commissione europea”. L’impressione di Bresso è che manchino visioni d’insieme, piani d’azione complessivi, ma che ci sia, al contrario, una tendenza a procedere per piccoli passi. “Dobbiamo pianificare, e in questo gli enti locali devono essere coinvolti fin dall’inizio”. Questo “essere tenuti a bordo”, come lo definisce Bresso, “è essenziale per gli enti locali”, visto che è su questi che ricade l’onore di spesa più forte. Per questo “insisto sul problema dei finanziamenti” delle azioni per il contenimento dell’impatto del surriscaldamento del pianeta. Gli enti locali non ce la fanno, ripete Bresso. “E’ un momento davvero difficile”.
Renato Giannetti