L’eGovernment ancora non decolla a differenza dei i conti bancari via web, molto apprezzati
Il commissario Kroes: “Bisogna lavorare per andare incontro alle esigenze dei cittadini”
Cercare un lavoro, controllare se la biblioteca ha il libro che ci interessa, presentare la dichiarazione dei redditi, richiedere il passaporto. Sono ormai moltissime le piccole attività di ogni giorno che non sapremmo più svolgere senza l’uso di internet. O meglio, forse potremmo, ma la via virtuale fa risparmiare tempo (per l’80% dei cittadini europei) e denaro (per il 62%). Secondo il decimo rapporto sullo stato dell’offerta di e-government nei Paesi europei, pubblicato oggi dalla Commissione Ue, infatti, i servizi online piacciono e non poco ai 28 mila utenti della rete, rispetto ai 32mila coinvolti nell’indagine. Buono il livello di soddisfazione generale registrato ma c’è un neo, non secondario. Tra i servizi online, quelli di cui i cittadini sono meno contenti, sono quelli forniti dalle pubbliche amministrazioni.
Se, in una scala da 1 a 10, i servizi bancari registrano un gradimento di 8.5 e quelli per lo shopping online del 7.6, la valutazione per i servizi pubblici si ferma invece a 6.5. C’è ancora la sufficienza, certo, ma il dato fa ragionare, considerato anche che l’agenda digitale europea punta ad un 50% di cittadini europei che ricorrono ai servizi di eGovernment.
“Il fatto che gli utenti siano più soddisfatti dei servizi bancari online che dei servizi pubblici online – commenta la vicepresidente della Commissione europea, Neelie Kroes – dimostra che le pubbliche amministrazioni devono progredire nella progettazione di servizi di eGovernment commisurati ai bisogni dei cittadini. Inoltre dobbiamo fare di più per fare funzionare l’eGovernment anche al di là delle frontiere.”
Entrando nello specifico delle abitudini di uso dei servizi online, lo studio mostra che i più utilizzati sono quelli relativi alla dichiarazione dei redditi: ben il 73% ormai la presenta online. Molti fanno via web anche il cambiamento di residenza (57%), l’iscrizione agli studio o la candidatura per una borsa di studio (56%).
Anche se c’è un 54% che dichiara di preferire ancora il contatto diretto, lo studio mette in evidenza anche un consistente 30% di cittadini che vorrebbe ricorrere regolarmente all’eGovernment, se solo fossero offerti servizi più adatti ai propri bisogni. Il 47% degli utenti dell’amministrazione digitale è pienamente soddisfatto del servizio offerto, mentre il 46% dichiara di avere ottenuto solo parzialmente ciò che cercava.
La situazione più complicata è per quei quasi 2 milioni di cittadini che si trasferiscono o fanno i pendolari da uno Stato membro all’altro. In questi casi il numero di pratiche che si possono sbrigare online cala vertiginosamente: sono solo 9, ad esempio, i Paesi che consentono ai cittadini di un altro Stato membro di iscriversi a un ciclo di studi tramite internet, mentre solo 17 paesi consentono di sbrigare online almeno alcune delle pratiche necessarie alla creazione di un’impresa.