Cambio di programma in Commissione europea: fornire ai giornalisti materiale sotto embargo non è più di moda. Solitamente questo tipo di materiale viene spedito ai giornalisti delle agenzie per facilitare il loro lavoro e permettergli di avere più tempo per preparare gli articoli sugli argomenti più complicati, da pubblicare però soltanto quando l’embargo è finito. Le ultime disposizioni dettate dai piani alti sono invece di non fornire le raccomandazioni specifiche per Paese (i suggerimenti dell’esecutivo comunitario su come mettere in ordine i conti pubblici ad esempio) prima della conferenza stampa del presidente della Commissione e dei suoi commissari per gli Affari economici e monetari e per l’Occupazione. “Non circoleranno documenti embargati, non circoleranno documenti prima dell’inizio della conferenza stampa delle 14”, conferma il portavoce della Commissione Ue, Olivier Bailly. “Non ci hanno autorizzato a diffondere documenti, e questa è una decisione della Commissione, che piaccia o no”. Voci di corridoio sostengono che la singolare decisione (mai era accaduto che il servizio di comunicazione non fornisse ai giornalisti i documenti sotto embargo) dipenda dal fatto che non tutte le decisioni siano state prese, e che per alcuni paesi ci possano essere raccomandazioni “last-minute”. Ma sono congetture. L’unica certezza è che per non ci saranno carte. Per la gioia di quanti ne dovranno scrivere.
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