Il capo dei negoziatori del Parlamento non crede si potranno concludere a giugno le trattative
“Manca consenso sulle questioni di maggior peso. Il risultato finale dovrà essere soddisfacente”
L’Irlanda ne ha fatto una delle priorità del suo semestre di presidenza dell’Unione europea, ma è molto difficile che si riuscirà a trovare un accordo definitivo sulla Politica agricola comune (Pac). Oggi a Dublino si è svolto un Consiglio informale dei ministri dei Ventisette a cui, per la prima volta, il Parlamento di Bruxelles era presente con un’ampia delegazione composta non solo dal Presidente della commissione Agricoltura, Paolo de Castro (S&D), ma anche dai relatori del testo per l’Aula e dai presidenti dei gruppi politici. L’incontro non è stato parte dei negoziati trilaterali (tra Parlamento, Consiglio e Commissione) ma è servito allo scambio di informazioni e a chiarire meglio le posizioni delle due istituzioni Ue chiamate a trovare un accordo su una delle politiche comunitarie più importanti, soprattutto in termini di risorse: la Pac ad oggi rappresenta la voce di spesa principale del bilancio europeo pluriennale, con circa il 40% di fondi ad essa destinati. Ma anche se qualche progresso è stato fatto nel corso dei negoziati “non abbiamo raggiunto alcun accordo sulle questioni di maggior peso” ha dichiarato De Castro.
A pesare soprattutto sulle trattative la mancanza di un accordo tra i Ventisette e l’Aula sul bilancio pluriennale dell’Ue. “L’ammontare delle risorse per l’agricoltura nel periodo 2014-2020 deve ancora essere formalmente adottato dal Consiglio e se non si raggiungerà un accordo entro la fine di giugno, che tipo di accordo possiamo raggiungere sulla riforma della Pac?” ha chiesto De Castro nel suo intervento.
I triloghi hanno avuto inizio l’11 aprile scorso, da allora ci sono stati già ben 20 incontri tra le parti e i prossimi meeting sono in agenda per mercoledì e giovedì, quando si discuterà di pagamenti diretti e di organizzazione comune di mercato. L’Irlanda, con l’intento di facilitare le trattative, ha posticipato tutte le discussioni più spinose con la speranza di velocizzare il processo, ma a quanto pare ha ottenuto l’effetto opposto. “Spostare gli argomenti più problematici alla fine del confronto farà sì che i tempi si dilatino e sarà estremamente complicato raggiungere un compromesso entro la fine di giugno” ha sottolineato De Castro che ha anche ribadito chiaramente di preferire un buon accordo a uno veloce perché, ha concluso: “ Il risultato finale dovrà essere ragionevole e soddisfacente. La qualità della futura politica agricola comune deve prevalere”.
Sulla stessa linea Giovanni La Via (Ppe), uno dei tre relatori per il Parlamento della Pac. “Non si può attendere l’ultima notte di negoziato” ha ammonito la Via che ha posto l’accento sulla necessità di semplificare e ridurre gli oneri amministrativi, sia per gli agricoltori che per le istituzioni, per quanto riguarda le agenzie di pagamento. Anche il relatore, come De Castro, pensa che sia importante innanzitutto “capire quanto del bilancio europeo 2014-2020 verrà riservato alla spesa agricola”. A suo avviso i nodi da sciogliere poi restano “quelli legati al sistema dei pagamenti diretti e all’impatto della componente ambientale (greening) in termini sanzionatori”. La corsa contro il tempo va avanti, ma il lieto (e rapido) fine si allontana sempre di più.
Alfonso Bianchi
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