La commissione chiederà però l’impegno a continuare con il rigore e la flessibilità del lavoro
Con via libera si sbloccherebbero circa 8-10 miliardi. “Soddisfazione” da Palazzo Chigi
Il vicepresidente Pittella: “Bene per la notizia, ma male che continuino a propinarci austerità”
La cautela è ancora d’obbligo: mancano tre giorni, un approfondimento tecnico da parte degli sherpa dei 27 commissari e la formalizzazione della decisione. Ma sembra proprio che non ci saranno sorprese e che mercoledì 29 l’Italia sarà ufficialmente fuori dalla procedura di infrazione europea per deficit eccessivo. A confermare l’orientamento favorevole al nostro Paese, già ampiamente atteso, le prime indiscrezioni che emergono sulla bozza del documento di raccomandazione che mercoledì dovrebbe essere approvato dal collegio dei commissari.
Una promozione con riserva, quella che dovrebbe arrivare dalla Commissione. Nel senso che ad accompagnarci fuori dalla procedura d’infrazione ci saranno anche indicazioni precise sulle strade da seguire in futuro: in particolare si parla di sei raccomandazioni. La prima, già più volte ripetuta dall’Europa ai Paesi membri, è quella di proseguire sulla via del consolidamento di bilancio. E poi la richiesta di impegno a portare avanti il processo di riforme per rilanciare crescita e occupazione. A partire dalla pubblica amministrazione che, secondo il documento messo a punto dai servizi del commissario per gli affari economici e monetari, Olli rehn, deve diventare molto più efficiente per alleggerire il sistema produttivo di una zavorra che ne condiziona attività e sviluppo. Idem per le banche: anche su queste, si raccomanda, bisogna intervenire in maniera attiva per renderle più efficienti e produttive.
La quarta raccomandazione è per il lavoro. La riforma Fornero non basta: secondo la Commissione serve più flessibilità nel mercato del lavoro. In particolare Bruxelles insiste sulla possibilità di una contrattazione più incentrata sul livello aziendale che non su quello nazionale. In parallelo si chiedono politiche per la formazione dei lavoratori più attente e vicine alle reali esigenze del mercato. Su lavoro ed imprese, questa è la quinta raccomandazione, va anche alleggerita la pressione fiscale. Da ultimo il pacchetto chiede una maggiore apertura alla concorrenza del mercato dei servizi.
Le cose da fare insomma non mancano ma la posta in gioco è alta. Con il via libera alla chiusura della procedura per deficit eccessivo, con cui Bruxelles certifica che l’Italia dovrebbe rimanere al di sotto delle soglia del 3% nel rapporto deficit-Pil sia quest’anno che nel 2014, si aprirà uno spazio di manovra per realizzare investimenti pubblici produttivi in cofinanziamento con fondi della stessa Ue. Con il ritiro del cartellino rosso, si calcola, dovrebbe liberarsi un tesoretto da almeno 8-10 miliardi che si tratterà di capire come utilizzare al meglio.
E mentre si comincia il difficile ragionamento, da Palazzo Chigi trapela una ufficiosa “soddisfazione” per la notizia. Per i commenti ufficiali si preferisce aspettare la formalizzazione della decisione ma un “finalmente una buona notizia per il Paese” scappa comunque. “Bene l’orientamento della Commissione” commenta anche il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella. “Male – aggiunge però – che si continui a volerci propinare la cura fallimentare dell’austerità”. La decisione, va avanti Pittella, “dà comunque maggiore forza al nostro governo per chiedere una revisione nell’applicazione del Fiscal compact che non dovrà tenere conto nel calcolo del deficit degli investimenti destinati a creare occupazione”.
Letizia Pascale