Dopo sei mesi di trattative si sblocca il negoziato tra il governo colombiano e i guerriglieri marxisti delle Farc. Ieri a l’Avana è stato raggiunto un accordo sulla Riforma agraria, il primo dei sei punti per il cammino verso la conclusione del conflitto e la costruzione di una pace stabile e duratura. Un risultato salutato con favore anche dall’Unione europea. L’Alto rappresentante per la Politica estera, Catherine Ashton, “ accoglie calorosamente” l’annuncio, ha dichiarato il suo portavoce. “La questione della terra e lo sviluppo rurale è al centro di un conflitto armato in Colombia che ha causato indicibili sofferenze negli ultimi decenni” ha aggiunto il portavoce. La Ashton “spera che questo fondamentale, anche se parziale, accordo aggiungerà un nuovo impulso ai negoziati a L’Avana, in vista di una rapida conclusione di un accordo di pace che permetterebbe alla Colombia di entrare in una fase di costruzione della pace a tutti gli effetti”.
I dialoghi tra governo e guerriglieri delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) sono iniziati nella capitale cubana nel novembre scorso, con l’obbiettivo di porre fine a una guerra che va avanti ormai da quasi 50 anni. Cuba e Norvegia sono i due Paesi garanti di questo processo, insieme a Cile e Venezuela. “Quanto convenuto in questo Accordo sarà l’inizio di trasformazioni radicali della realtà rurale ed agraria della Colombia, con equità e democrazia” hanno scritto in un comunicato congiunto i delegati del Governo e delle Farc. Secondo quanto pattuito, si legge nel comunicato, l’obbiettivo è che “il maggior numero di abitanti delle campagne senza terra o con terra insufficiente possa accedere ad essa, mediante la creazione di un Fondo di Terre per la Pace”. L’accordo comprende anche piani per la casa, l’acqua potabile, l’assistenza tecnica, la formazione, l’educazione, l’adeguamento delle terre, le infrastrutture e il recupero dei suoli.
Si tratta di un primo passo che accende, seppur ancora in maniera flebile, la speranza di una riuscita del processo globale verso la pace. Un processo che o sarà sulla totalità dei punti o non ci sarà perché, come recita la formula del dialogo: “Niente è accordato fino a quando tutto non sarà accordato”. L’11 giugno si comincerà a discutere il secondo punto dell’Agenda, quello sulla “Partecipazione Politica”. I successivi sono: Fine del conflitto; Soluzione al problema delle droghe illecite; Vittime: e infine l’Implementazione, verifica e vidimazione del tutto. L’Alto rappresentante Ashton ha elogiato entrambe le parti “per il loro impegno” e le ha invitate “a continuare a negoziare e cooperare in uno spirito di buona volontà e di costruttività, al fine di dare al popolo colombiano la pace che merita”.
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