Il ministro dello Sviluppo economico all’assemblea di Confidustria attacca duramente Bruxelles
“Al di là degli annunci in favore della crescita, si toccano con mano solo piani di decrescita”
“In Europa siamo ancora lontani dall’aver delineato una convincente strategia di uscita dalla crisi. Sembra che l’Europa abbia dimenticato che il Patto firmato a Maastricht non era solo di Stabilità ma anche di Crescita”. A Flavio Zanonato questa Unione europea proprio non piace, e lo dice chiaramente. Il ministro dello Sviluppo economico parla alla platea dell’assemblea di Confindustria, ma si rivolge a Bruxelles. E lo fa con toni duri e inequivocabili. “Al di là degli annunci in favore di piani per la crescita in Europa, quello che si tocca con mano è piuttosto una ‘strategia della decrescita'”. Quello sostenuto a Bruxelles, critica Zanonato, è “un orientamento che produce sofferenza senza apportare particolari benefici, che riduce la competitività, rischia di alimentare l’euroscetticismo populista e di mettere in discussione la casa comune europea”. È quindi ineludibile che “l’azione dell’Europa sulla crescita e il lavoro passi dalle parole ai fatti”. Una necessità per l’Europa e, all’interno dell’Europa, dell’Italia. Perché “senza nulla togliere all’esigenza del nostro Paese di spingere sulle riforme economiche e istituzionali, rimane estremamente difficile immaginare una politica nazionale di uscita dalla crisi in assenza di una strategia europea”.
Zanonato ribadisce che l’Italia intende rispettare gli impegni assunti a livello europeo, ma chiede una ridiscussione delle regole. Detto in altri termini, si chiude la procedura per deficit eccessivo, poi si modifica il patto di stabilità. “La chiusura della procedura di infrazione europea per deficit eccessivo rappresenta la condizione necessaria per potenziare e sviluppare appieno l’azione di promozione della crescita”. Centrare questo obiettivo, assicura il titolare del dicastero di via Veneto, è “certamente alla nostra portata” e significa “liberare risorse da destinare alla crescita e consolidare definitivamente la credibilità dell’Italia”. E per l’Italia, date le circostanze, “occorre spingere per una revisione del patto di stabilità europeo”. Non solo: per Zanonato bisogna “affiancare al Fiscal compact un Industrial compact, mettendo al centro il rafforzamento del settore manifatturiero”. Un suggerimento che il ministro dello Sviluppo economico darà già questo pomeriggio al commissario europeo per l’Industria, Antonio Tajani, che ha tra i suoi obiettivi quello di portare al 20% la quota di Pil europeo derivata proprio dal manifatturiero.
Renato Giannetti