L’esecutivo comunitario adotta la prima strategia per l’elettronica: gli stati sono chiamati a mettere risorse per un settore in crescita anche in tempi di crisi
La Commissione europea vara la prima strategia europea per la microelettronica. Obiettivo: mobilitare fino a 100 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020 per sostenere il settore delle nano e microtecnologie. Un progetto tanto ambizioso quanto delicato: per raggiungere gli obiettivi servirà l’impegno costante degli stati membri, che – secondo le stime di Bruxelles – dovranno mettere sul piatto 5 miliardi di euro l’anno per ricerca, sviluppo e innovazione del comparto industriale. Un impegno tutt’altro che scontato, dato il periodo di crisi e il momento di rigore imposto dalla crisi stessa. Ma non c’è alternativa. “Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti”, scandisce il responsabile Ue per l’agenda digitale, il commissario Neelie Kroes. “Abbiamo bisogno degli stati e delle regioni”.
La Commissione europea intende raddoppiare la produzione di chip e microchip, portandola al 20% della produzione mondiale. Per farlo cerca di mobilitare risorse da investire. Il 30% dei 100 miliardi di euro richiesti arriveranno dall’Unione europea, e il restante 70% dovrà arrivare dagli stati. Per venire incontro alle ristrettezze economiche e alla politiche di bilancio la Commissione pensa a “strumenti alternativi quali prestiti e interventi della Bei”, spiega Kroes. In particolare la Banca europei per gli investimenti dovrebbe servire per garantire miglior accesso al credito per le imprese. Si intende inoltre ampliare la rete di ricerca: ai poli di eccellenza di Grenoble (Fracia), Dresda (Germania) e Eindhoven-Leuven (Paesi Bassi/Belgio) si intende collegare i centri accademici e di sperimentazione di Cambridge (Gran Bretagna), Dublino (Irlanda) e Milano (Italia).
Le microtecnologie sono, come suggerisce il nome, tutti dispositivi tecnologici di dimensioni ridottissime. Già usate quotidianamente nelle apparecchiature elettroniche, le microtecnologie sono destinate ad avere un impiego industriale sempre su scala più vasta. La nanotecnologia consiste invece nella manipolazione delle materia a livello atomico, un’attività che può consentire la creazione di nuovi materiali, nuovi strumenti di manipolazione e le applicazioni industriali d’avanguardia. Qualcuno, sentendo parlare di nanotecnologia e microtecnologia, potrà pensare a fantascienza. Ma per molti altri nanotecnologie e microtecnologie sono già realtà. Sono la nuova frontiera industriale, per un settore che solo in Europa dà lavoro a 200.000 persone e nel 2012, a livello mondiale, ha registrato un giro d’affari pari a 230 miliardi di euro. “E’ un settore che cresce del 5% l’anno anche in tempi di crisi e continuerà a farlo”, sottolinea Kroes. Ma soprattutto, l’elettronica coinvolge ogni settore del nostro tessuto sociale ed economico. “Se il nostro settore elettronico non è competitivo ne soffrirà tutta la nostra economia”, ricorda la responsabile Ue per l’Agenda digitale.