I Greens primo partito che avvia il processo di coinvolgimento degli elettori su internet
Frassoni: “Daremo facce europee alla campagna per il Parlamento, con programma condiviso”
I Verdi europei lanciano la prima elezione primaria dell’Unione. Lo fanno per scegliere i loro candidati alla presidenza della Commissione europea. Seguono una volontà espressa a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo lo scorso anno, che vuole che le prossime elezioni parlamentari esprimano anche i candidati al Berlaymont delle diverse famiglie politiche, e che per ora nessun altro partito ha iniziato a praticare.
Dopo un lungo confronto al recente consiglio di Madrid (45 partiti verdi europei, dei quali 33 dell’Ue) gli Europeangreens hanno deciso di fare come sempre: i candidati saranno due, per garantire che ci sia almeno una donna (comunque vada il secondo sarà donna, anche se avrà preso meno voti del secondo maschio ed anche se il primo sarà già una donna). Reinhard Butikofer, tedesco co-presidente dei Verdi europei la butta in battuta (ma non gli viene né spiritosa, né simpatica, né politicamente vincente) e, raccontando una immaginaria telefonata di Josè Manuel Barroso che rinuncia ad un nuovo mandato in favore dei Verdi, spiega in sostanza che tanto lo sa che non toccherà ad un Verde presiedere la Commissione, e dunque il problema dei due candidati con pari dignità che però dovrebbero nel caso diventare uno, non si pone.
Monica Frassoni, l’altra co-presidente del partito, spiega ragionevolmente che “questo che abbiamo avviato è un processo programmatico, un cammino che procede ed abbiamo fatto solo il primo passo. Già riuscire in questo sarà un bel risultato”. La leader ambientalista spiega poi che “il nostro obiettivo è di dare due ‘facce europee’ alla prossima campagna elettorale per il Parlamento nel 2014, vogliamo presentarci con un programma europeo comune in tutti i paesi, con un manifesto comune, stessi slogan, con una proposta che abbia la base più ampia possibile e che non si occupi solo dei temi ambientali, ma esprima la nostra posizione sulle banche, sulle riforme democratiche, su tutti i temi europei”.
Frassoni spiega che “le elezioni del prossimo anno sono molto importanti anche per la legittimazione democratica dell’Unione. Coinvolgere i cittadini in questa scelta è una passo decisivo in questo senso”.
Tecnicamente il percorso di selezione inizierà nei prossimi mesi e il 20 ottobre saranno scelti un massimo di sei nomi tra quanti si candideranno con l’appoggio di almeno 5 partiti nazionali. Poi, non è neanche obbligatorio che i due prescelti vengano candidati nelle liste dopo l’ultimo passaggio della selezione, che sarà a febbraio, ma è abbastanza ovvio che lo saranno, in una solo Paese però, perché così prevedono i Trattati. In Italia ci sarà invece un problema un po’ più profondo, con il rischio di veder sparire i Verdi, dato che Sel, l’aggregazione nella quale sono finiti i Verdi del Sole che ride ha chiesto di essere ammessa al Partito socialista europeo. Scelta che impedisce che quel partito possa essere un riferimento degli Europeangreens, evidentemente.
La selezione sarà fatta dagli iscritti di 33 partiti verdi dei 28 paesi Ue e dai simpatizzanti, che probabilmente firmeranno un manifesto politico, esclusivamente attraverso internet. C’è ottimismo sul fatto di trovare sistemi che garantiscano la serietà e trasparenza del sistema. Quanto alla partecipazione si guarda agli Usa: se lì, spiegano, alle primarie, che sono previste dalla legge e praticate da decenni, partecipano tra il 5 e il 15% degli iscritti ai partiti i Verdi sarebbero “estremamente felici” di raggiungere un 5% dei loro iscritti come partecipanti alle primarie. “Ma anche il 2% sarebbe un successo”, aggiungono.
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