A inizio giugno l’action plan dell’esecutivo Ue. Con il contributo dell’ex commissario Davignon.
“Non si può dire Europa senza dire acciaio”. Antonio Tajani torna a sostenere con forza la necessità di far ripartire il settore siderurgico, da sempre strategico per l’Europa. L’Ue nasce dalla Ceca, e l’Ue non può farne a meno. Al contrario, per il commissario europeo per l’Industria, deve esserne un pilastro. “Il nostro obiettivo è avere il 20% del Pil dell’Unione europea frutto del settore manifatturiero”, ricorda dopo la riunione del gruppo di alto livello per l’accaio. Si tratta dell’ultima riunione dello speciale organismo prima del varo del piano d’azione dell’Ue, previsto “a inizio giugno”. Con 360.000 posti e un fatturato di 170 miliardi l’industria siderurgica è altamente strategica per l’economia europea. Con la crisi, la domanda interna di acciaio è scesa del 29%, e quindi, sottolinea Tajani, “il Piano acciaio è un test importante sulla volontà di avviare un processo di re-industrializzazione del continente europeo”.
Questo processo la Commissione europea vuole avviarlo con il suo piano d’azione, ancora in fase di definizione. Tajani non si sbilancia: al momento, dice, “è prematuro” parlare di misure concrete e specifiche proprio perchè i lavori non sono conclusi. “C’è una bozza che la mia direzione generale dovrà elaborare”, ma ci sono certamente cinque temi che verranno affrontati: costo dell’energia, introduzione di tecnologie a basso impatto ambientale, costo e accesso delle materie prime, semplificazione normativa, ristrutturazioni aziendali del settore. Come finanziare questo piano d’azione? Anche questo è un “dettaglio” che Tajani preferisce non fornire, ma il vicepresidente della Commissione Ue anticipa che il piano che svelerà a breve sarà collegato al fondo di adeguamento alla globalizzazione e al fondo sociale europeo. Probabile un coinvolgimento della Bei, la banca europea per gli investimenti. Tajani assicura che il piano definitivo terrà conto di tutte le osservazioni di tutte le parti interessate. Tra queste c’è il governo italiano, con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, che chiede “un ruolo delle istituzione finanziarie – e penso in particolare alla Bei – per finanziare i programmi di investimento”.
Oltre alle anticipazioni fornire la strategia per la siderurgia europea potrebbe avvalersi di agevolazioni fiscali. “Gli stati membri potrebbero adottare politiche fiscali adeguate”, suggerisce Tajani. “Per noi è un’idea, poi gli stati faranno le loro valutazioni”. Il commissario europeo è comunque fiducioso che il piano d’azione che sarà presentato nelle prossime settimane sarà apprezzato da tutti. “Sarà il frutto del dialogo con le imprese, le parti sociali, i paesi membri. E’ stato fatto qui, lavorando tutti insieme”. Ma soprattutto, per essere sicuro di fare centro, Tajani si è avvalso di un consulente d’eccezione: l’ex commissario europeo per l’Industria Etienne Davignon (1977-1981 e 1981-1985). “Credo che inseriremo nella nostra proposta anche alcuni suoi spunti”.