Raccolta fondi a Bruxelles per l’acquisto di valvole cardiache da inviare all’ospedale in Sudan
Erri De Luca: “Lì il sangue non grida, ma ringrazia. Salva vite che stavano per essere buttate”
Per Erri De Luca rimane soprattutto “l’odore del sangue”. Di quella visita all’ospedale di Khartoum, in Sudan, è questo che torna prima alla mente: il momento in cui Gino Strada ha preteso entrasse con lui in sala operatoria, per seguire un intervento a cuore aperto e lo ha sentito per la prima volta. Un odore “antichissimo e sconosciuto”, racconta lo scrittore nel suo stile, “l’odore stesso del 1900, il secolo che ha disperso la maggior quantità liquida di sangue umano”. Ma a Khartoum, continua De Luca, “il sangue non gridava: sorrideva, ringraziava. Perché avveniva una restituzione. Si salvavano vite che stavano per essere buttate”.
Le vite che rischiano di essere buttate sono quelle di 18 milioni di persone, soprattutto ragazzini, che in Africa continuano ad ammalarsi di malattie cardiache. A causare la patologia è la mancanza di una profilassi adatta a bloccare i primi fenomeni di febbre reumatica. Così, l’unica possibilità di salvezza diventa la sostituzione delle valvole cardiache con un’operazione chirurgica. Ma queste valvole costano e le strutture ospedaliere per effettuare un’operazione del genere fino a poco fa, in Africa, non esistevano.
Alle strutture ci ha pensato Emergency che, nel 2007, ha aperto il Centro “Salam”, tuttora l’unica struttura del continente ad offrire gratuitamente cure cardiochirurgiche di elevata qualità e diventata per questo, negli ultimi anni, meta di pazienti da oltre 23 differenti Paesi. Per quanto riguarda le protesi valvolari, invece, dobbiamo pensarci noi. Questo chiede Prima Persona, associazione politica e culturale, presieduta dal vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella, che ha deciso di avviare una raccolta di fondi per acquistarne e inviarle all’ospedale Salam.
“Abbiamo già raccolto qualcosa ma facciamo proseguire la campagna” ha chiesto Pittella presentando l’iniziativa oggi al Parlamento europeo. “Ogni 2-3 mila euro si può comprare una valvola e ogni valvola è una vita”, ricorda. A Khartoum l’eurodeputato è stato di persona. “La realtà che abbiamo visto supera ogni forma di immaginazione – racconta – Lì vivono 300 mila persone. In capanne fatte col fango in mezzo a escrementi, rifiuti, bestie. Con una temperatura che sfiora i 50-60 gradi. E sono assistite da un solo ospedale cardiochirurgico in tutta l’Africa”. Di fronte a questo “non possiamo stare in silenzio”. Per questo, aggiunge Pittella, è importante il lavoro di Gino Strada e della sua equipe che “non solo salva vite umane ma ha anche il merito di essere testimone di realtà che altri non vogliono o fanno finta di non vedere”.
Il fondatore di Emergency è in Sudan, al lavoro proprio nel centro di Salam, ma riesce a partecipare alla conferenza via telefono. “Questo centro è un gioiellino – dice – perché è un modo di fare vedere come si lavora in Africa con risultati di eccellenza e risorse anche molto inferiore a quelle che si pensa debbano servire”. Insomma, il modello è stabilito, “chi ha voglia può seguirlo”, invita Strada che confessa: “trovo scandaloso e inaccettabile che Paesi civili accettino che esista in tutta l’Africa un solo ospedale in cui si possono ottenere queste cure”. “Dieci – insiste Strada – ne devono emergere”. Un appello rivolto in modo forte e chiaro, nonostante il telefono e i chilometri, “all’Europa, nobel per la Pace”.
Letizia Pascale
Per dare un contributo all’iniziativa “In Prima Persona al fianco dei bambini in Sudan” potete utilizzare il C/C intestato ad Emergency menzionando la causale “In PrimaPersona per Emergency in Sudan”.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
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