Sulla crisi avverte la Germania: Ha forte responsabilità, salvando l’Europa salverà se stessa
Poi il professore non smentisce le voci secondo cui non ritirerà la tessera: Indiscrezioni
Romano Prodi si fida di Enrico Letta, per qual che saprà fare in Italia e in Europa, ma guarda ormai con distacco alle vicende interne del Pd. A Bruxelles, a margine della conferenza sugli aiuti al Mali organizzata dalla Commissione, a chi gli chiede commenti sui democratici si smarca affermando: “Ormai sono africano”. È ancora forte la delusione per il modo in cui è stata gestita la sua candidatura alla presidenza della Repubblica e per questo non smentisce le voci che affermano che quest’anno non ritirerà la tessera del Partito. “Sono indiscrezioni” dice con una faccia che lascia intendere che il pensiero c’è, seppur non è ancora diventato definitivo.
Ieri il Professore ha però incontrato Enrico Letta, vecchio amico e collaboratore, verso cui non nasconde sentimenti di fiducia e stima. “Ha un compito che non è facile – dice -. Dovrà esercitare tutte le sue doti di equilibrio e diplomazia. Credo nella sua saggezza e intelligenza politica, ma il compito che ha non è facile e le tensioni di questi giorni sono preoccupanti. Credo però nella sua capacità di mediazione per trasformare le tensioni in collaborazione”. Sui contenuti del loro incontro spiega che hanno parlato “di tutto”, ma soprattutto “delle cose che il Paese può fare per uscire da questo buco infernale” della crisi economica. Secondo Prodi il primo problema di cui Letta “non solo è cosciente ma ne fa una priorità è far capire a tutti i partner europei che la disoccupazione giovanile è la sfida numero uno”.
Sul come affrontarla le soluzioni possono essere diverse perché “i tasti possibili da suonare sono moltissimi, ma non si può andare avanti così, si rischia di perdere una intera generazione” avverte.
“Quando sento che 42mila italiani sono andati in Germania lo scorso anno ricordo che per questi giovani si spende mezzo milione (in formazione, ndr). Siamo dei suicidi” dichiara e aggiunge: “Senza mettere a frutto queste risorse non faremo mai niente. Se vogliamo invece dare una svolta al Paese dobbiamo farlo con coloro che hanno un’esperienza internazionale. Non possiamo continuare a importare nel Paese manodopera di basso livello ed esportare specialisti”.
L’Italia da sola non può superare questo difficile momento: “Dobbiamo fare in modo che questo diventi un disegno europeo perché è in Europa che c’è la crisi, mentre nel resto del mondo c’è la crescita”. Per questo Berlino deve cambiare al più presto la sua linea politica perché, spiega Prodi: “Alcuni hanno la possibilità di cambiare le cose di più e altri di meno. È la grandezza della Germania che le dà questa responsabilità”. E visto che “le cose per lo sviluppo le devi fare insieme agli altri” in questo cammino la Germania “che ha un surplus più grande della Cina ha una missione storica: salvare l’Europa per salvare se stessa”.
Alfonso Bianchi