Per Eurelectric potrebbe portare fino a 70 miliardi di euro l’anno entro il 2030. Fulvio Conti, ad di Enel: In Italia basta tasse sulle imprese
Possono essere il mezzo per uscire dalla crisi, per intraprendere un percorso sostenibile per il futuro, per creare nuovi posti di lavoro. Le imprese del settore energetico possono essere un motore di ripresa potentissimo. A patto che non manchi il carburante giusto per attivarlo: l’innovazione. É quanto ha ribadito l’Associazione delle industrie elettriche europee (Eurelectric), che oggi a Bruxelles ha consegnato al Commissario europeo all’energia, Gunther Oettinger il suo “Piano d’azione per l’innovazione”.
Nel documento un’analisi della situazione, possibili azioni da intraprendere, ma soprattutto numeri che parlano chiaro: secondo lo studio, una maggiore innovazione nell’industria dell’energia potrebbe valere ben 70 miliardi di euro l’anno in più per l’economia Ue entro il 2030. “L’Europa ha bisogno di innovare, abbiamo 500 milioni di abitanti con fame di energia a basso costo” ha spiegato l’amministratore delegato di Enel e presidente di Eurelectric, Fulvio Conti, che, nel consegnare il piano ha chiesto all’Europa un “maggiore supporto in un momento storico di recessione’”.
E, almeno da Oettinger, il sostegno sembra non mancare. “L’innovazione nel settore dell’energia è il mezzo per uscire dalla crisi” ha concordato il Commissario che ha promesso di farsi portavoce del messaggio anche in vista del prossimo vertice Ue, che vedrà tra i temi chiave in agenda proprio l’energia. Questo è il settore che “sta dietro alle nostre politiche per l’innovazione” ha spiegato il Commissario, secondo cui “le aziende dell’energia fanno da collegamento con 500 milioni di consumatori, quindi hanno il potere di modellare i consumatori del futuro”.
Nel suo piano d’azione per l’innovazione, Eurelectric suggerisce alcune azioni che, a livello europeo, potrebbero favorire l’innovazione. Si parla ad esempio di adottare un approccio sistematico, integrando le attività di ricerca a livello europeo, di rilanciare la partnership pubblico-privato e di dare priorità alla dimostrazione e commercializzazione delle nuove tecnologie. Due, secondo lo studio, si prospettano come i principali volani della crescita economica dei 27 grazie all’innovazione: minori costi diretti delle forniture di elettricità, in particolare dalle rinnovabili e maggiore efficienza energetica.
Insomma bisogna puntare sulle imprese energetiche: impensabile strozzarle con nuove imposte. “In Italia non c’è bisogno di altre tasse” commenta Fulvio Conti la possibilità che il governo possa aumentare la pressione fiscale sulle imprese energetiche per ridurla in altri settori. “Le tasse sono già ad un livello elevato, non possiamo immaginare che ne siano delle altre” ha spiegato l’Ad di Enel. Piuttosto, ha suggerito, “c’è bisogno di migliorare l’efficienza delle spese, ridurre le spese produttive”.
Letizia Pascale