Costano e non servono quasi più. Quattro opzioni studiate dalla Commissione per rispondere alla richiesta del Parlamento. Rehn: la decisione finale dopo altre consultazioni con gli Stati
La Commissione europea pensa al ritiro delle monete da 1 e 2 centesimi. E’ solo uno degli scenari possibili, ma comunque non escluso. A renderlo noto lo stesso esecutivo comunitario, nella comunicazione adottata oggi in risposta alle interrogazioni del Parlamento europeo e al Consiglio Ue nel 2012 sull’utilizzo delle monete di più piccolo taglio dell’euro. Da gennaio 2002 i paesi dell’Eurozona hanno realizzato e messo in circolazione 48,5 miliardi di monete tra pezzi da 1 e 2 centesimi, pari a 137 monete pro-capite, e l’introduzione delle monetine da 1 e 2 eurocent è costata agli Stati membri circa 1,4 miliardi. Oggi non tutti le usano, e la Commissione europea ha ipotizzato quattro scenari possibile per le piccole monete di rame: lasciare tutto com’è, continuare a battere moneta ma con altro materiale così da ridurne il costo, ritiro graduale delle monete (attraverso la non emissione di nuove monete e ritirare quelle attualmente in circolazione), procedere al rapido ritiro completo.
Una decisione definitiva sarà presa in un secondo momento, dopo ulteriori discussioni “con tutte le parti interessante rilevanti”, fanno sapere dalla Commissione Ue. “Sulla base di questi quattro scenari descritti nuove consultazioni sono necessarie”, ha spiegato Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea responsabile per gli Affari economici e monetari. La Commissione, ha spiegato, “ha consultato imprese e associazioni dei consumatori, banche centrali, zecche poligrafiche ed erari su pro e contro della realizzazione delle monete da 1 e 2 centesimi”. Ora che si hanno le quattro possibili opzioni sul tavolo, “continueremo le discussioni con le parti interessate e vedere quali saranno le preferenze su cui basare una proposta legislativa”.
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