Per il Commissario agli Affari economici e monetari confusione e lentezza non furono colpa solo di Nicosia: “Nove mesi per accordo in Eurogruppo”. Prima tranche di aiuti entro fine di maggio
Un concorso di colpe, che vede coinvolte tanto le autorità cipriote quanto Eurogruppo e Troika. Secondo il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, le responsabilità per la confusione e la lentezza nelle decisioni sul piano di aiuti a Cipro vanno equamente divise. Da un lato ci sono le responsabilità di Nicosia, che avrebbe potuto chiedere assistenza finanziaria molto prima: “È un peccato che abbia impiegato più di un anno per comprendere la gravità della situazione e l’insostenibilità del suo modello di business economico” ha evidenziato Rehn nel corso di un’audizione al Parlamento europeo.
“È anche un peccato – ha però aggiunto il commissario – che ci siano voluti altri nove mesi per raggiungere un accordo con l’Eurogruppo”. Come dire: anche la gestione di Bruxelles è stata tutt’altro che perfetta. Per questo occorre rivedere profondamente i metodi di lavoro degli organismi Ue, partendo dal metodo decisionale: dall’unanimità alla maggioranza qualificata. “Se il Fondo monetario internazionale prende decisioni con una maggioranza dell’80% – si chiede Rehn – perché la zona euro deve decidere all’unanimità?”. L’approvazione a maggioranza “avrebbe aiutato nei casi come il salvataggio di Cipro”.
Nel corso dell’audizione il commissario Ue agli affari economici ha anche confermato che a breve arriverà la prima tranche di aiuti economici per l’isola. I fondi saranno sbloccati “nei prossimi giorni”, ha confermato, entro la metà di maggio. Aiuti a parte, però, quello che potrebbe dare “una spinta importante allo sviluppo economico e sociale dell’isola” sarebbe, secondo Rehn, la riunificazione del Paese. Nel corso del suo intervento ha ricordato il suo precedente incarico di commissario all’allargamento e il “duro lavoro per facilitare la riunificazione” dell’isola. Lavoro che, ammette però Rehn con “rammarico”, non ha prodotto “progressi decisivi”. Cipro è divisa dal luglio 1974, quando la Turchia invase la parte settentrionale dell’isola a seguito di un colpo di stato a Nicosia. Nel 2004, dopo il fallimento dell’ennesimo tentativo di riunificazione, è entrata nell’Ue solo la parte greca di Cipro, mentre la parte turca, la ‘Repubblica turca di Cipro nord’ riconosciuta solo da Ankara, ne è rimasta fuori. Ora, secondo Rehn, “è veramente il momento di rivitalizzare il processo per la riunificazione”.
L. P.
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