Si accenna la fine della crisi e Rehn annuncia azioni per una “personalità internazionale” del gruppo della moneta unica
Barroso spinge su Unione bancaria e politica. Resta il dramma della disoccupazione
L’Eurozona vuole una sua presenza istituzionale internazionale. Vuole la sua personalità e la Commissione presenterà una proposta in questo senso. L’ha annunciato il commissario europeo per gli Affari economici Olli Rehn, nel corso della conferenza sull’Unione economica e monetaria, che si sta svolgendo oggi a Bruxelles. “Presenteremo la proposta per una rappresentazione dell’Eurozona nel contesto internazionale, per permettere di essere presenti nelle negoziazioni, all’interno del G-20 e nel Fondo monetario internazionale”, ha detto. Dalla Svezia dove è in visita ufficiale gli ha dato manforte il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, spiegando che “nell’Eurozona è tornata la stabilità finanziaria. Le minacce all’euro sono alle nostre spalle, i deficit in Europa sono stati ridotti di oltre la metà dal 2008”.
A Bruxelles il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso ha insistito che per uscire dalla crisi ed evitare che ci si ricaschi di nuovo senza strumenti forti per affrontarla “la prima priorità è costruire l’Unione bancaria, che sta diventano realtà”. Secondo il portoghese “il legame tra debito sovrano e crisi bancaria deve essere spezzato una volta per tutte”. Sino ad oggi, ha spiegato, “i controlli finanziari sono rimasti a livello nazionale, e il risultato è stato l’inefficienza dei controlli e della risposta alla crisi con rischi di contagio, una situazione evidente in questa crisi”.
Accanto all’unione bancaria servono altri processi di integrazione nell’Unione. “L’Unione bancaria, fiscale e politica devono procedere di pari passo”, dice Barroso alla conferenza sull’Unione economica. Certo, bisogna decidere “quanto lontano vogliamo andare e quanta volontà abbiamo di riformare le nostre istituzioni”, però un punto deve esser chiaro in questo processo: “l’Unione europea deve essere aperta e democratica o non sarà”.
Secondo Barroso nel lavoro da fare “l’imprudenza dei privati, l’indulgenza del settore pubblico e l’inefficienza economica devono essere corretti”. “Non dobbiamo essere timidi nelle nostre risposte”, ammonisce. E come ricorda van Rompuy da Stoccolma, bisogna accelerare e aumentare lo sforzo, perché “la cattiva notizia è che la crisi sta durando più a lungo di quanto si prevedesse e, ancor peggio il numero delle persone in cerca di lavoro non ha iniziato ancora a calare”.