La formazione anti europea guidata da Farage vola nelle elezioni locali e si prepara per quelle europee e per le politiche. Crescono le pressioni su Cameron per anticipare il referendum sull’Ue
A giudicare dalla prova generale, lo spettacolo sarà di quelli che non deludono. Lo United Kingdom Independence Party (Ukip), il partito britannico degli euroscettici, ha ottenuto, nelle elezioni locali di Inghilterra e Galles, un successo inatteso. Il migliore risultato in assoluto per la formazione guidata da Nigel Farage ma anche un voto storico per le dinamiche politiche britanniche: è la prima volta dal dopoguerra che un quarto partito si impone in questi termini. Insomma, con oltre il 25% di preferenze e 147 rappresentanti eletti nel rinnovo di 34 amministrazioni locali, Farage ha già di che festeggiare. Ma forte dei risultati elettorali, che hanno regalato al partito conservatore un umiliante terzo posto, preferisce guardare avanti e puntare ai veri obiettivi: le elezioni europee del 2014 prima, e le politiche del 2015 poi. È con l’elezione dei rappresentanti a Bruxelles che il leader degli euroscettici promette di causare il vero “terremoto”. Lui stesso lo ha dichiarato in un’intervista alla Bbc: “Ukip è qui per rimanere” ha detto. “A giungo 2014 ci saranno le elezioni europee. Quello sarà il giorno in cui provocheremo un terremoto nella politica britannica. Voglio guidare il partito in questo terremoto”.
Le prime scosse, in patria, cominciano già a sentirsi, con il primo ministro David Cameron sottoposto a pressioni sempre più forti. Dopo questi risultati, che confermano quelli delle suppletive di marzo, quando già il partito conservatore era stato relegato in terza posizione e superato dalla formazione di Farage, le concessioni agli Euroscettici diventano tema centrale. Il primo ministro ha promesso un referendum sull’Ue con una domanda chiara, ‘dentro o fuori’, ma da tenersi nel 2017, ovvero dopo le elezioni politiche del 2015 e se con quel voto i Tory, e David Cameron, verranno confermati alla guida del Paese. A questo punto, però, diventano sempre più insistenti le voci che chiedono che il referendum sia anticipato a prima dell’appuntamento elettorale.
Intanto Cameron sta continuando il suo lavoro per tentare di ‘portare a casa’ un nuovo rapporto del Regno Unito con l’Ue. Un tentativo di ricomporre il partito spaccato sull’Europa e di riconquistare la frangia più euroscettica che, almeno per il momento, sembra non sortire grandi effetti. Così, più la scadenza elettorale si avvicina meno Cameron può dormire sonni tranquilli. L’obiettivo dichiarato di Farage a questo punto è infatti quello di entrare a Westminster. Se la sua squadra a Bruxelles è ormai di 13 deputati, a livello nazionale, il sistema maggioritario secco ha finora frustrato le speranze di exploit per gli euroscettici. Ma questa volta le cose potrebbero andare diversamente.
Letizia Pascale
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