Nel rapporto delle Commissione speciale i capisaldi della legislazione antimafia italiana
Nel mirino dell’Ue anche autoriciclaggio, voto di scambio, falso in bilancio e frodi sportive
Forse in Italia conosciamo il problema meglio e da più tempo. Ma la presenza delle mafie è ormai un dato di fatto in tutti gli Stati dell’Ue: nessuno stato membro è immune da infiltrazioni e attività illecite sul proprio territorio. Così combattere la criminalità organizzata non può essere una sfida solitaria, ma da giocare a livello europeo. In questa direzione va il rapporto di medio termine che la Commissione speciale per la lotta al crimine organizzato, alla corruzione e al riciclaggio ha approvato oggi a stragrande maggioranza. Un insieme di suggerimenti di misure di contrasto per armonizzare le normative dei 27 Paesi.
Nella relazione, ha spiegato dopo il voto Salvatore Iacolino (Grande Sud), eurodeputato italiano e relatore permanente della commissione, sono stati recepiti quasi tutti i capisaldi della nostra legislazione antimafia, ma compare anche qualche misura nuova pure per il nostro Paese. Tra gli strumenti già presenti nell’ordinamento italiano ad esempio il 416 bis Questa secondo Iacolino è “una delle scelte più forti”: l’avere stabilito a livello europeo il reato di associazione mafiosa rappresenta infatti una “opportunità politica decisiva”. Servono però specifiche disposizioni che ad oggi solo l’Italia possiede perché “non possiamo pensare di combattere reati transnazionali se non cominciamo ad armonizzare le legislazioni degli Stati membri”.
Tra le nuove ipotesi di reato per il nostro Paese c’è ad esempio l’autoriciclaggio, configurato come reato in Francia e Belgio ma non previsto come specifica fattispecie di reato in Italia. E poi l’estensione dei casi in cui si configura il voto di scambio: nel nostro ordinamento è previsto solo con utilità in denaro, mentre il rapporto suggerisce di estendere la controprestazione anche a qualsiasi altro tipo di utilità. E ancora il falso in bilancio e la manipolazione di evento sportivo, che punisce gli interventi volti ad “alterare una competizione sana inficiandone il risultato finale”.Nel documento, poi, è previsto anche lo strumento della confisca preventiva dei beni, sia in campo penale che civile, che permetterebbe di aggredire le proprietà ancora prima dell’avvenuta condanna dei mafiosi. Ma sono previste anche norme di moralizzazione dell’accesso alle cariche di governo: chi viene condannato per riciclaggio, corruzione o mafia non potrà accedere a incarichi politici, anche a livello europeo.
“Il voto ha visto un ampio consenso” ha spiegato Iacolino, sottolineando che sui 31 presenti, ci sono stati 26 voti favorevoli e solo cinque astenuti “per aspetti marginali che potranno essere superati”. Insomma, “meglio di così difficilmente poteva andare” ma, ha ricordato l’eurodeputato, “siamo ancora a metà della partita”. A questo punto, infatti, sul documento ci sarà un nuovo voto a giugno, mentre l’approvazione finale è prevista per la plenaria di ottobre. Il risultato del lavoro, poi, sarà messo a disposizione di tutte le istituzioni europee, in particolare della Commissione, per iniziative di carattere legislativo che vadano in questa direzione.
“Bisogna assolutamente neutralizzare il rapporto mafia-politica, la corruzione e il riciclaggio di denaro con strumenti efficaci – ha commentato Sonia Alfano, presidente della Commissione sul crimine organizzato. Per questo, ha concluso Alfano: “Stiamo lavorando con grande impegno per individuare quelli più idonei per combattere questi fenomeni a livello globale. L’Ue non può più aspettare”.
A Bruxelles oggi si è lavorato anche per una normativa comune sul congelamento e la confisca dei beni delle mafie e dei gruppi terroristici. Con 46 voti a favore, 7 contrari e tre astensioni, la Commissione libertà civili ha approvato una proposta di direttiva che stabilisce norme per la confisca valide per tutti i Paesi, proposta che si avvia ora verso la fase di trilogo. La parte della bozza più dibattuta, ha spiegato la relatrice, Monica Macovel, riguarda la confisca dei beni senza che il soggetto proprietario sia sottoposto ad arresti. Questo può avvenire in caso di morte, di malattia grave, o di fuga. Ma c’è anche un quarto punto che prevede la confisca dei beni se vi è prova che siano frutto di attività illecita. In questo caso, aggiunge Macovel, non si segue l’autore dei reati ma si parte dal bene. Nella bozza si raccomanda anche che i beni confiscati siano utilizzati per il risarcimento delle vittime, il riutilizzo sociale o per rafforzare le leggi in materia.
“Oggi è stato un giorno importante per la lotta alla mafia nell’Unione europea”, ha affermato Rita Borsellino, relatrice per il gruppo (S&D) di entrambi i testi. Secondo l’eurodeputata “tra le norme approvate meritano un particolare rilievo quella relativa alla possibilità di riutilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata per fini sociali, cosi come accade con successo nel nostro Paese, quella riguardante l’istituzione di un Procuratore europeo e infine quella sull’incandidabilità di soggetti che hanno subito condanne definitive per reati riguardanti la criminalità e la corruzione”. “È stata una battaglia complicatissima viste le enormi differenze in materia penale tra gli Stati membri – ha concluso – ma alla fine siamo riusciti a ottenere due provvedimenti che sicuramente rappresentano un primo grande passo verso una normativa comune nell’Ue per il contrasto alle mafie”.
Letizia Pascale