Il commissario De Gucht vorrebbe imporre una tassa del 30% sul fotovoltaico di Pechino
I prezzi stracciati dei prodotti asiatici stanno affossando le produzioni tedesche e comunitarie
L’Ue si prepara alla guerra contro la Cina, ma per fortuna non si tratta di un conflitto armato, ma bensì di una battaglia a colpi di dazi. Sul banco degli imputati le esportazioni di pannelli solari cinesi che stanno mettendo sul lastrico il mercato dell’Ue, soprattutto quello tedesco, leader continentale, e quello italiano. Secondo fonti della Reuters il Commissario al commercio, Karel De Gucht, proporrà alla riunione del collegio dei commissari di mercoledì di studiare le misure per introdurre una tassa di oltre il 30% sulle importazioni già a partire da questa estate. Una misura molto forte che creerebbe sicuramente degli screzi con Pechino, importante partner commerciale dell’Ue.
La commissione ha avviato lo scorso anno ben due inchieste, le più grandi in termini di investimenti mai messe in atto, sulle importazioni di pannelli solari cinesi. L’accusa contro il governo asiatico è di violare le norme sulla concorrenza utilizzando aiuti di Stato illegali. Il volume delle importazioni dalla Cina di materiali fotovoltaici nel 2011 è stato di circa 21 miliardi di euro, la produzione cinese è quadruplicata tra il 2009 e il 2011 e secondo i produttori dell’Ue ha catturato circa l’80 per cento del mercato comunitario. Uno smacco per l’Unione in cui il solare rappresentava lo scorso anno la metà dell’intero mercato mondiale, per un giro di affari di 77 miliardi di dollari, secondo le stime della società di ricerca IHS.
E senza imporre alti dazi è impossibile fermare l’arrivo di prodotti che arrivano a prezzi di ben il 45 per cento inferiori a quelli realizzati qui, grazie a una sovrapproduzione spaventosa causata, secondo le accuse, da sovvenzioni pubbliche che hanno spinto la produzione a superare di più di 20 volte il livello di consumo del Paese. Ma anche nell’Unione non mancano le critiche al piano della Commissione. Si tratta dei gruppi commerciali che rappresentano gli utenti che acquistano i pannelli solari in sei Stati membri dell’Ue e che hanno già inviato una lettera aperta a De Gucht chiedendogli di non introdurre i dazi. Secondo loro questo porterebbe all’annullamento di moltissimi ordini e a un restringimento dell’utilizzo di queste fonti rinnovabili che grazie ai bassi prezzi sta sta finalmente diffondendo in maniera molto più consistente.